Appalti

Salini Impregilo, convocati i soci per l'aumento da 600 milioni

di Laura Galvagni


Salini Impregilo fissa la data per incassare l'ok dei soci al cruciale aumento di capitale da 600 milioni di euro. Iniezione di liquidità funzionale a completare l'operazione Astaldi e a dare il via a Progetto Italia. Il consiglio di amministrazione del general contractor, riunito il 3 settembre, ha deliberato infatti di convocare l'assemblea degli azionisti, con all'ordine del giorno la ricapitalizzazione, il prossimo 4 ottobre. Con l'obiettivo, peraltro, una volta ottenuto il sì dei soci di procedere con la ripatrimonializzazione entro il mese successivo. In modo tale da poter avere le carte in regola per la fine dell'anno e avviare il rinnovo del board in tempi abbastanza rapidi. Il cda dovrà infatti recepire la presenza di nuovi azionisti di peso, ossia Cassa Depositi e Prestiti e le banche. Dei 600 milioni di aumento di capitale, 250 milioni verranno messi sul piatto da Cdp, 50 milioni da Salini Costruttori e 150 milioni dalle banche creditrici (UniCredit e Intesa Sanpaolo in testa). Mancano all'appello altri 150 milioni che, sulla carta, dovrebbero essere offerti sul mercato. Si vedrà se alla fine sarà così o se si troverà una soluzione differente. Intanto, l'assise del gruppo di costruzioni è chiamata a esaminare anche alcune modifiche relative all'assetto di vertice: il cda di Salini Impregilo sarà di 15 componenti, di cui un terzo designato da Cdp Equity (5 membri), tra cui il presidente indipendente (previo gradimento di Salini Costruttori), 9 di fatto della lista Salini e uno legato agli istituti di credito.

Il ceo resterà Pietro Salini mentre Massimo Ferrari verrà confermato nel ruolo di general manager. Le parti hanno anche convenuto di costituire un nuovo comitato strategico con il compito di supportare il board nell'implementazione di Progetto Italia fino al suo completamento. Di certo con la data dell'assemblea di Salini Impregilo si fissa uno snodo chiave per dar seguito all'operazione di cui si parla da tempo e che proprio nei primi giorni d'agosto ha ricevuto il supporto necessario. Manovra che, oltre all'aumento di capitale del general contractor, prevede la ripatrimonializzazione di Astaldi, per 225 milioni, e un finanziamento da circa un miliardo.Se questa è l'operazione nei suoi termini strettamente finanziari, esiste poi un punto di vista industriale che passa anche dalla definizione della nuova struttura di gruppo. In particolare, Salini Impregilo, che di fatto diventerà la capofila di un progetto volto a coinvolgere nel prossimo futuro alcuni dei principali costruttori del paese, tra cui Pizzarotti e Rizzani de Eccher (oltre ad alcune società in crisi), diventerà una holding quotata capace di tirare le fila dei differenti soggetti che andranno a operare direttamente sul mercato delle grandi opere.

Fondamentale, in questo senso, sarà anche decidere quali brand mantenere e con quali presentarsi sul mercato. Il primo step, sarà evidentemente la ridenominazione della holding. L'idea è che si possa procedere sul modello della spagnola Acs, quindi con una cassaforte quotata che tiene le redini di diversi operatori del settore. Le prossime settimane saranno fondamentali per definire la struttura.Progetto Italia si è reso necessario una volta chiarito che il comparto costruzioni in Italia stava vivendo una crisi profonda e che tutto questo impediva al paese di competere sullo scacchiere internazionale. L'asse tra Salini Impregilo e Astaldi produrrà un soggetto da 9 miliardi di giro d'affari e 400 milioni di ebit. Ma in prospettiva, se il piano verrà allargato ad altri competitor, come ha scritto qualche tempo fa in una missiva ai dipendenti Pietro Salini, si punta a «creare un gruppo internazionale ancora più grande, in grado di competere con i principali player del settore, capace di presentarsi sul mercato entro il 2021 con un fatturato di 14 miliardi, un portafoglio di 62 miliardi. Dieci anni fa questo era solo un sogno, oggi si sta lavorando per realizzarlo».

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