Urbanistica

Milano: costi triplicati per il nuovo San Siro, riprende quota l'alternativa sul progetto di Sesto

Il consigliere di amministrazione del Milan Massimo Ferrari ha lanciato un allarme: il costo del progetto va interamente rivisto

di Simone Filippetti

Quando Mick Jagger, accolto dal boato di 57mila spettatori, è salito sul palco dello stadio di San Siro, a Milano, per il concerto che celebra i 60 anni dei Rolling Stones, avrà ripensato a 40 anni prima, quando indossò la maglia di Paolo Rossi alla vigilia della Finale dei Mondiali 1982 tra Italia e Germania. Non sa, invece, che forse è l'ultima volta in cui la leggendaria rock band si esibisce allo Stadio Meazza. Il glorioso, ma obsoleto, impianto verrà abbattuto. Ne dovrebbe sorgere accanto uno nuovo e iper-moderno, progettato dallo studio americano Populous, lo stesso che ha disegnato, a Londra, la Wembley Arena e il fantascientifico stadio del Tottenham, in entrambi i casi radendo al suolo il vecchio impianto. Ma il condizionale è d'obbligo: lungaggini burocratiche, difficoltà dei due club AC Milan e Inter FC a trovare un accordo, polemiche dei tifosi (una grossa fetta è contraria all'abbattimento) stanno allungando i tempi. La presentazione del progetto risale a ottobre 2019. Da allora, non è stato messo nemmeno un mattone.

Non bastassero questi ostacoli, una nuova ombra si allunga sul tentennante progetto del nuovo stadio di San Siro: i costi di costruzione. A margine del convegno “Tecno Talks”, svoltosi a Napoli nella sede dell'azienda Tecno, il consigliere di amministrazione del Milan Massimo Ferrari ha lanciato un allarme: il costo del progetto va interamente rivisto. Le cifre, che risalgono a due anni fa, sono di 6-700 milioni di euro per il solo impianto sportivo, ma l'intero intervento urbanistico di riqualificazione dell'intera area costa 1,2 miliardi. Con le materie prime esplose e l'inflazione che galoppa, i costi sono praticamente triplicati: si stima, dunque, un totale di oltre 3 miliardi. Una grana in più per il Sindaco Beppe Sala e il primo dossier che l'italo-americano Gerry Cardinale di RedBird, il nuovo proprietario del Milan, rilevato dal fondo Elliott, dovrà affrontare. Lo scontro tra l'accoppiata Inter-Milan e il Comune di Milano su San Siro si arricchisce di un nuovo capitolo: il mancato sconto sull'affitto dello stadio, 9,4 milioni a stagione che i club versano a Palazzo Marino, durante la pandemia.

Riprende allora quota l'idea, alternativa, che il Milan si faccia il suo stadio, di proprietà, a Sesto San Giovanni: suolo privato, zero vincoli architettonici e urbanistici, nessun accordo da trovare con il sindaco rendono più percorribile questa strada, che però lascerebbe il problema di uno stadio per l'Inter. Lo stadio del Milan, da solo o in co-abitazione con i nerazzurri, interessa molto Ferrari, che indossa due cappelli, complementari: il manager è anche il direttore generale di WeBuild, il colosso italiano delle costruzioni nato dalla fusione tra Salini, Impregilo e Astaldi. Sport e infrastrutture vanno ormai a braccetto: i grandi fondi d'investimento mondiali stanno facendo rotta sul calcio italiano attratti proprio dall'opportunità immobiliare. Tranne la Juventus di Andrea Agnelli, tutti i club di Serie A hanno bisogno di rifare gli stadi, con un'ottica di sfruttamento commerciale e di ospitalità. Qui entra in gioco l'esperienza di WeBuild: il gruppo ha già realizzato gli avveniristici stadi per i Mondiali in Qatar a Novembre. Nel caso di Sesto, peraltro, servirebbe anche un trasporto pubblico moderno, cosa che invece San Siro vanta (la linea M5 inaugurata nel 2015). Anche qui, però, WeBuild può fare da sponda: c'è già un progetto, finanziabile coi fondi Pnrr, per allungare proprio la metro M5 fino a Monza. E il medesimo gruppo romano sta già costruendo la M4 di Milano.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©