Appalti

Focus Infrastrutture/2. Con la Sassari-Olbia nasce la prima «autostrada» sarda

di Davide Madeddu

L’ultimo taglio del nastro è fissato per il 2019. Quando la lingua d’asfalto lunga 80 chilometri e a quattro corsie potrà unire, senza intoppi o cantieri, Sassari a Olbia. Ottanta chilometri e un investimento complessivo di 930 milioni di euro, per una strada dotata di sistemi di sicurezza e monitorata costantemente dalla centrale operativa sia sul piano della viabilità sia su quello della velocità e sicurezza. La prima “autostrada dell’isola”, per rendere possibile e rapido il collegamento tra la Sardegna nord occidentale con quella nord orientale garantendo una riduzione dei tempi di percorrenza di 35 minuti, grazie agli interventi sulle intersezioni e all’innalzamento a 110 chilometri orari del limite di velocità.

I lavori sono in corso e l’Anas, già quest’anno, stima chiudere il sessanta per cento dei lotti aperti. O meglio, come spiega Valter Bortolan, direttore dell'Area Sardegna, «saranno completati sei dei dieci lotti assegnati». Un cambiamento vero e proprio per la statale 729, la strada più importante del nord Sardegna che collega i due aeroporti di Alghero e Olbia e gli scali portuali di Olbia e Porto Torres e ha un potenziale bacino d'utenza di 200 mila persone. «Il tracciato è inserito all’interno di un territorio ricchissimo di testimonianze del passato – spiegano all’Anas -, e per questo è stata attivata una innovativa prassi amministrativa, individuata ad hoc, per la tutela dei beni archeologici, che ha consentito di preservare, già preliminarmente alla progettazione, monumenti come il Nuraghe con villaggio “Funtana ‘e Pedru”, situato all’interno del Lotto 1». L’opera come rimarcano all’azienda autostradale «è un adeguamento a quattro corsie della strada esistente costituita dalle statali 199 e 597, ed è stata completamente finanziata per 930 milioni con più delibere Cipe e fondi della Regione Sardegna».

Per il momento il nuovo tratto aperto al traffico è di trenta chilometri cui se ne aggiungeranno altri dieci prima della fine dell’anno. «I tratti aperti completamente – argomentano all’Anas -, hanno previsto investimenti per oltre 312 milioni di euro che diventano 349 con l’ultimazione del lotto 9». Il 16 marzo scorso la consegna degli ultimi lotti (2,4,5) che, assicurano all’Anas, «saranno portati a compimento entro due anni». Nell’opera, spiegano all’azienda stradale, sono coinvolte «630 imprese distribuite su 10 lotti complessivi del tracciato e impiegati 1.300 lavoratori, in maggioranza sardi».

Nell’ammontare complessivo delle risorse messe in campo per rivoluzionare la strada è previsto , inoltre, un investimento di cinque milioni di euro per l’avvio di un sistema di controllo viabilità, velocità e stato delle strade attraverso una serie di telecamere collegate con la centrale operativa dell'Anas e l’installazione di pannelli digitali per le informazioni destinate agli automobilisti. Pur ricordando criticità e difficoltà, proteste e lentezza nell'avvio dei progetti e delle opere, Nicola Sanna, sindaco di Sassari considera la nuova opera come «il motore di sviluppo della Sardegna del nord». «Il ritardo ha pesato enormemente sulla crescita economica del territorio, e la cosa ancora più drammatica è che questo ritardo è imputabile soprattutto a un ente di Stato, l'Anas che finalmente da qualche anno a questa parte ha cominciato a dimostrare un volto operativo». Poi l'auspicio «ora che siamo alle battute finali», perché il nord della Sardegna «abbia un’arteria efficiente e il territorio sia attrezzato e di standard europeo».

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