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A2A, maxi shopping nel fotovoltaico - Stop a fusione con AEB

Il Tar della Lombardia annulla le nozze con la multiutility brianzola

di Carlo Festa

Grandi manovre nel settore dell’energie rinnovali italiane. La multiutility A2a ha rilevato dal gruppo Octopus Renewables un portafoglio di 17 impianti fotovoltaici con una potenza nominale di 173 megawatt per un corrispettivo per questa operazione di 205 milioni di euro. L'operazione, che secondo l'amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini, consolida «la posizione di secondo operatore nelle rinnovabili per capacità installata in Italia» è soggetta all’approvazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi del decreto Golden Power.

L’asset ceduto è il più grande portafoglio, senza incentivi Gse, di impianti in Italia, di cui 9 localizzati nel Lazio e 8 in Sardegna. Octopus Renewables è un operatore specializzato nella gestione di investimenti nel settore delle energie rinnovabili parte del gruppo britannico Octopus Investments, che è stato assistito nell’operazione dall’advisor Rothschild.

Advisor legali della transazione sono invece stati gli studi Linklaters e Herbert Smith Freehills. Il rendimento è in linea con questo genere di operazioni: l’equity Irr (cioè il rendimento composito annuo) della transazione è infatti di circa il 6%.

«Questa operazione rappresenta il primo investimento rilevante nella direzione indicata dal nuovo piano industriale presentato a fine gennaio» ha sottolineato ancora Mazzoncini. Gli impianti potranno garantire un aumento della capacità installata che permetterà di produrre a regime circa 420 GWh all’anno di energia «green» pari al consumo annuo di circa 200mila clienti residenziali, consentendo di evitare l’emissione di 2,5 milioni di tonnellate complessive di anidride carbonica (nell'intero ciclo di vita degli impianti).

Le dimensioni dei singoli impianti e le soluzioni di connessione utilizzate, creano le condizioni per l'utilizzo, in un prossimo futuro, di tecnologie come lo storage e l'idrogeno. Gli asset di Octopus si aggiungono al portafoglio fotovoltaico di 111 megawatt già in possesso di A2A. In virtù di questa acquisizione, la multiutility di Milano-Brescia raggiunge il 33% di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Del resto, tutto il settore fotovoltaico italiano è in fermento in questi mesi. A inizio gennaio il fondo infrastrutturale F2i ha firmato la vendita al gruppo Credit Agricole Assurances-Predica del 30% della sua controllata: il gruppo fotovoltaico Ef Solare per circa 600 milioni di euro, valutando così circa 2 miliardi il primo operatore europeo, con 1,8 gigawatt di potenza installata.

A metà dicembre invece Falck Renewables ha rilevato il residuo 30% dei veicoli Big Fish Spv e di Iron Spv da Canadian Solar Group. Big Fish è proprietaria di un progetto solare in fase di sviluppo nelle province di Catania e Siracusa, per una capacità complessiva di oltre 250 megawatt.

Nel frattempo, sempre sul fronte A2a, c’è da segnalare che ieri il Tar ha accolto i ricorsi presentati dal consigliere regionale M5S Fumagalli Marco Maria, nella qualità di componente del Consiglio della Regione Lombardia, dal consigliere comunale di Seregno Tiziano Mariani e da quattro imprese, che chiedevano di bloccare la fusione tra la muliutily A2A, che opera a Milano e Brescia e AEB, che opera in diversi comuni della Brianza tra cui quello di Seregno. Un’operazione dal valore complessivo di circa 450 milioni di euro che avrebbe potuto tracciare la strada per una eventuale integrazione tra A2A e la multiutility veronese Agsm.

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