Fondi Covid per ridurre i tagli agli enti locali
Fondi Covid destinati a “ridurre” i tagli in capo ai comuni e rimborsi a rate. Queste sono, in estrema sintesi, le principali novità che risultano dall’emendamento presentato dal Governo alla legge di bilancio 2024.
La proposta di modifica, riferita all’articolo 85 del Ddl di bilancio 2024, interviene innanzitutto sulla rendicontazione finale dei fondi erogati ai comuni negli anni 2020 e 2021 per fronteggiare l’emergenza Covid. In particolare, l’articolo 106 del Dl 34/2020 e il successivo articolo 1, comma 822, della legge 178/2020 avevano previsto appositi trasferimenti per fronteggiare le maggiori spese, al netto delle minori spese e le minori entrate causate dall’emergenza Covid. L’utilizzo di tali somme, consentito non solo nel 2020 e 2021, ma anche nel 2022 (articolo 13 del Dl 4/2022), è stato oggetto di apposite certificazioni che gli enti hanno dovuto presentare entro maggio 2021-2022 e 2023. Tuttavia, i criteri per la determinazione definitiva della perdita di gettito e dell’andamento delle spese sono stati rimessi ad apposito decreto, che avrebbe dovuto essere emanato entro il 31 ottobre scorso. Decreto a cui la norma dell’articolo 106 del Dl 34/2020 ha attribuito anche il compito di provvedere all’eventuale regolazione dei rapporti finanziari tra comuni e tra province e città metropolitane, ovvero tra i due predetti comparti. In definitiva, il decreto avrebbe dovuto stabilire come rifondere i comuni con una certificazione negativa, ossia con maggiori spese nette Covid e perdita di gettito superiori ai contributi ricevuti. Al contrario, i comuni che hanno ricevuto maggiori risorse sono tenuti a restituirle allo Stato. Nelle more dell’emanazione del decreto, l’emendamento governativo stabilisce che la restituzione delle maggiori risorse avverrà in quote costanti negli anni 2024, 2025 e 2026. Risorse che, come precisa l’articolo 13 del Dl 4/2022, confluiscono nella quota vincolata del risultato di amministrazione per l’importo non utilizzato al 31/12/2022.
Contestualmente, l’emendamento governativo prevede che predette risorse confluiranno in un apposito fondo istituito presso il ministero dell’Interno, pari a 162 milioni nel 2024, a 130 milioni nel 2025 e a 140 milioni nel 2026. Tale fondo sarà destinato, prioritariamente, a coprire il fabbisogno di risorse da parte degli enti con certificazioni negative (maggiori spese nette e minori entrate Covid superiori ai trasferimenti erariali), in base al criterio che sarà stabilito dal sopra citati decreto ministeriale. La quota residua sarà assegnata ai comuni, alle province ed alle città metropolitane in base a criteri che saranno stabiliti da apposito Dm (da emanare entro il 15 febbraio 2024). In sostanza, tali risorse serviranno per sterilizzare (in parte) la riduzione delle risorse erariali a carico dei comuni, delle province e delle città metropolitane disposta dall’articolo 88, comma 8, dello schema di legge di bilancio 2024 per l’anno prossimo e i seguenti. Riduzione, si ricorda, per complessivi 250 milioni di euro (200 per i Comuni, 50 per Province e Città metropolitane), effettuata, in proporzione all’ammontare degli impegni di spesa corrente 2022, al netto della spesa della missione sociale (12) e tenendo conto delle risorse assegnate ad ogni ente per il Pnrr. Restano esclusi dal taglio i Comuni in dissesto, quelli in procedura di riequilibrio pluriennale e gli enti che hanno aderito agli accordi di cui alla legge 234/2021. La riduzione, a valere sul fondo di solidarietà comunale e sul fondo unico (Province e Città metropolitane), sarà contabilmente registrata lasciando l’entrata al lordo ed inserendo apposita voce di spesa per il concorso alla finanza pubblica. Gli importi saranno definiti da apposito Dm entro il 20 gennaio 2024. Riduzione che si aggiunge al taglio di cui alla ex spending review informatica (articolo 1, comma 850-853, legge 178/2020), trasformato in decurtazione lineare dal Dl 132/2023, in misura di 150 milioni complessivi per il periodo 2024-2025.
Ma l’emendamento governativo ha un costo, in termini di saldi di finanza pubblica, che viene coperto (almeno per ora) tagliando i fondi stanziati dall’articolo 30, comma 14-bis, del Dl 34/2019 in favore dei piccoli comuni (meno di 1.000 abitanti) per finanziare investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche a beneficio della collettività, nonché per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile. Il tutto ovviamente da verificare in base all’esito finale della legge di bilancio.
(*) Vice presidente Anutel
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