Personale

Nuove assunzioni, indice di rigidità della spesa per valutare la sostenibilità finanziaria nel tempo

La quantificazione della capacità assunzionale va rapportata con la capacità dell'ente di garantire il permanere dell'equilibrio pluriennale di bilancio

di Corrado Mancini

La rivoluzione nel calcolo della capacità di assumere dei Comuni introduce un nuovo sistema fondato su una logica differente rispetto al regime del turn over. Le limitazioni quantitative parametrizzate alle cessazioni sono sostituite dalla «sostenibilità finanziaria». La sostenibilità va ricercata, in primo luogo, nel rapporto tra la spesa di personale e le entrate correnti al netto del Fondo crediti dubbia esigibilità. Il dato viene rilevato, per certezza e consistenza, dai rendiconti approvati, degli ultimi tre esercizi per le entrate, dall'ultimo per la spesa di personale e dal bilancio di previsione assestato dell'ultimo anno per il Fondo crediti di dubbia esigibilità.

In secondo luogo, la quantificazione della capacità assunzionale, calcolata sulla base di dati certi, deve essere rapportata con la capacità dell'ente di garantire il permanere dell'equilibrio pluriennale di bilancio. Il legislatore non ha ritenuto sufficiente che la sostenibilità finanziaria fosse rappresentata dai dati di bilancio consolidati, ma impone all'ente di spingere la propria analisi al di là di questi per verificare che la stessa possa essere garantita anche per il futuro.

In questo senso il legislatore si allinea alla posizione della Corte costituzionale la quale afferma: «Il principio dell'equilibrio di bilancio non corrisponde ad un formale pareggio contabile, essendo intrinsecamente collegato alla continua ricerca di una stabilità economica di media e lunga durata» (sentenza 14 febbraio 2019 n. 18).

Si potrebbe quindi affermare che il «formale pareggio contabile» possa essere rappresentato dai dati consolidati nei documenti contabili, mentre la "continua ricerca di una stabilità economica di media e lunga durata" vada indagata principalmente negli strumenti di programmazione dell'ente. In questo senso anche la sezione regionale della Corte dei conti del Veneto, con la deliberazione n. 104/2020, esorta gli enti a usare la nuova capacità assunzionale con massima cautela e invita le amministrazioni a valutare attentamente la possibilità di mantenere negli anni le condizioni di equilibrio.

Gli indicatori che consentono di indagare la sostenibilità finanziaria nel tempo sono diversi, ad esempio, uno fra questi è l'indice di rigidità della spesa. Esso indaga il rapporto tra le spese rigide e gli accertamenti dei primi tre titoli delle entrate. Le spese rigide sono state identificate nella quota di ripiano del disavanzo a carico dell'esercizio e negli impegni assunti dall'ente per spese per il personale e rimborso di prestiti. Da un'analisi condotta dall'Osservatorio sulla Finanza e la Contabilità degli Enti Locali sembra potersi ipotizzare, un'importante correlazione tra la rigidità di bilancio e il fenomeno del dissesto e del riequilibrio finanziario pluriennale.

L'indice, rilevato dall'Osservatorio sui bilanci 2018 assume valori diversi fra gli enti del Centro-Nord e del Sud, ma si potrebbe quantificare un indice medio attorno al 35%, a fronte di un indice massimo individuato dagli Indicatori degli enti strutturalmente deficitari del 48%. È da ritersi meritevole di particolare attenzione il parametro superiore alla media ed in tendenziale aumento.

L'ente valuterà l'evoluzione dell'indice non solo con riferimento all'incremento delle spese di personale ma anche in riferimento all'andamento delle entrate e dell'indebitamento programmati nel Dup e nel bilancio di previsione.

Ipotizziamo un Comune con capacità assunzionale che intende utilizzare, un indice di rigidità magari superiore alla media, un programma di investimenti, indicato nel documento unico di programmazione, che vede come fonte di finanziamento un importante ricorso all'indebitamento ed un andamento constante delle entrate correnti.
A questo punto il Comune dovrà valutare l'evoluzione negli esercizi futuri della rigidità della propria spesa con riferimento, non solo all'aumento della spesa di personale, ma anche all'incremento delle rate per il rimborso dei finanziamenti previsti nel Dup, anche se gli stessi fossero solamente inseriti nella sezione strategica e non avessero ancora influenzato la sezione operativa ed il bilancio di previsione. A fronte di una rigidità di spesa che in prospettiva cresce pericolosamente, l'ente dovrà sceglie: se procedere con l'assunzione di personale, oppure modificare il Dup rinunciando ad alcuni investimenti o individuando forme di finanziamento alternative all'indebitamento, valutare l'ipotesi di nuove entrate a carattere ricorrente od un insieme di queste azioni. In tal modo dovrà garantirsi un andamento futuro della rigidità della propria spesa che non possa compromette gli equilibri di bilancio.

Insomma il nuovo metodo di calcolo della capacità assunzionale dei Comuni, che doveva semplificare le cose, rischia di essere sempre più di difficile applicazione, ma d'altro canto il rischio di un incremento incontrollato della spesa, non sostenibile nel tempo è molto forte.

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