Appalti

Astaldi/2. Salini al 65%, banche al 28%, la famiglia al 3,3%: ok del Cda al Piano

di Alessandro Arona

Tutto nell'ultimo giorno utile (il 14 febbraio) concesso dal Tribunale di Roma nella procedura di concordato in bianco: è arrivata l'offerta di Salini Impregilo per il salvataggio di Astaldi e il Cda della società romana (numero 2 delle costruzioni in Italia) ha approvato il piano concordatario, subito inviato al Tribunale.

Salini Impregilo mette sul piatto 225 milioni per un aumento di capitale riservato, aumento che farà salire il numero 1 delle costruzioni al 65% della "nuova Astaldi. Le banche e i titolari di bond convertiranno parte del loro debito in azioni, arrivando al 28,5% della nuova Astaldi. Gli attuali soci della società non parteciperanno all'aumento di capitale e vedranno la loro quota diluita al 6,5%, con la famiglia Astaldi (oggi al 53% circa) ridotta al solo 3,3% del capitale.
Come chiesto da Pietro Salini, la nuova Astaldi sarà libera dai vecchi debiti: tutti gli attuali creditori verranno soddisfatti (con forte riduzione del valore nominale, per ora non comunicato) con quote societarie o ricavi da vendita di asset. E non si occuperà di concessioni, da sempre viste da Salini come fonte di guai: sarà creata una newco in cui confluiranno tutte le atttuali concessioni (a partire dai ponti, autostrade e aeroporti in Turchia), con l'unico scopo di venderle, e via via con i ricavi ripagare i creditori chirografari (banche e bond holders).

Il buon esito dell'operazione restano però ancora condizionati - così ha scritto Salini come condizione - «al contributo di investitori di lungo periodo per l'apporto di una quota di mezzi propri funzionali all'operazione» e «alla disponibilità del sistema bancario a concedere ad Astaldi le linee di credito».
Insomma, la partita non è del tutto chiuso, con trattative ancora in corso con un investitore equity di lungo periodo e con le banche per nuovi crediti.


GLI ASSET IN VENDITA
Gli «asset non core oggetto di segregazione» (cioè che saranno spostati su una newco "a perdere") comprendono: 1) il ramo concessioni con i progetti relativi al Terzo Ponte sul Bosforo (valore di libro 250 milioni di euro); 2) autostrada Gebze-Orhangazi-Izmir (370 mln); 3) Etlik Integrated Health Campus di Ankara, anche questa in Turchia; 4) aeroporto Internazionale Arturo Merino Benitez; 4) Ospedale Felix Bulnes di Santiago in Cile; 5) il credito in Venezuela (240 milioni dopo la svalutazione); 6) l'immobile della sede centrale di
Roma.

LA MANOVRA FINANZIARIA
La manovra finanziaria alla base del Piano e della Proposta Concordataria - spiega il comunicato di Astaldi - su cui si è espresso favorevolmente anche l'Attestatore indipendente, è coerente con l'offerta pervenuta da SI e prevede:
1) un aumento di capitale per cassa riservato a Salini Impregilo pari a 225 milioni di euro, destinato al pagamento dei crediti privilegiati (stipendi e Tfr, e crediti fiscali e contributivi) e prededucibili (quelli sorti in procedura concordataria), nonché al servizio del piano di continuità (liquidità per prosecuzione cantieri e funzionamento);
2) la soddisfazione parziale dei creditori chirografari (banche e titolari di bond) con l'attribuzione in loro favore, sia di azioni derivanti dalla parziale conversione dei crediti, sia di strumenti finanziari partecipativi emessi dalla Società a valere sulla liquidazione degli asset non core segregati a loro favore.

L'ASSETTO AZIONARIO FUTURO
La Proposta Concordataria, coerentemente con l'offerta di Salini Impregilo, prevede, in estrema sintesi, che, all'esito dell'aumento di capitale di Astaldi da attuarsi nell'ambito
della procedura di concordato preventivo in continuità aziendale:
1) Salini Impregilo divenga il principale socio di Astaldi, con una percentuale pari al 65 % del capitale sociale risultante dall'operazione di ricapitalizzazione;
2) i creditori chirografari di Astaldi diventino soci di Astaldi, convertendo in azioni i propri
crediti, con una percentuale complessiva pari al 28,5 % del capitale sociale risultante all'esito dell'operazione di ricapitalizzazione;
3) gli attuali azionisti della società, all'esito dell'operazione di ricapitalizzazione, mantengano una percentuale di partecipazione pari al 6,5 % del capitale di Astaldi (circa 3,3% dovrebbe essere la quota della famiglia Astaldi attraverso la sua finanziaria).

LE CONDIZIONI
«L'offerta di Salini Impregilo è condizionata, tra l'altro - scrive Astaldi - , alla ammissione e alla successiva omologazione della Proposta Concordataria, al conseguimento delle necessarie autorizzazioni di legge, all'assenza di eventi che mettano a rischio la fattibilità del piano economico-finanziario di continuità di Astaldi, al contributo di investitori di lungo periodo per l'apporto di una quota di mezzi propri funzionali all'operazione e alla disponibilità del sistema bancario a concedere ad Astaldi le linee di credito, per cassa e per firma, necessarie nel contesto della stabilizzazione finanziaria e operativa della Società prevista dal Piano. La Società ritiene che la Proposta Concordataria sia conveniente per i creditori e consenta di salvaguardare il valore e il know-how dell'azienda».

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