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Iren, Dal Fabbro:«Per la rete gas interessati 16 big»

Il presidente Dal Fabbro: «Per eolico e solare possibile un partner di minoranza»

di Cheo Condina

La cessione del 49% delle reti gas? «Abbiamo ricevuto 16 manifestazioni d'interesse da quattro continenti: ci serve per investire di più sulle nostre infrastrutture in ottica di transizione energetica, ma anche per concorrere in ambiti territoriali al momento non nostri». Lo sviluppo delle rinnovabili? «L'anno prossimo potremmo cercare un partner di minoranza per valorizzare gli asset solari ed eolici e farli diventare, assieme all'idroelettrico, la prima fonte di energia di Iren». Le grandi dighe del Piemonte che andranno a gara? «Abbiamo proposto un project finance da 300 milioni: un approccio innovativo che potrebbe essere un caso di scuola anche per altri operatori». Da un anno alla presidenza di Iren, Luca Dal Fabbro coglie l'occasione di questo colloquio con Il Sole 24 Ore, per fare il punto sui dossier più caldi della multiutility, tra i quali c'è anche la piemontese Egea, al momento in trattativa con A2A per una joint venture industriale. «Aspettiamo la fine dell'esclusiva per essere ammessi a una gara, che rappresenterebbe il miglior processo nell'interesse di tutti gli azionisti», dichiara il manager.

La notizia del giorno è l'avvio della gara per cedere il 49% delle reti gas, 8160 km con una Rab di 724 milioni e investimenti a piano da 750 milioni. I nomi degli interessati per il momento sono top secret, anche se tra i soggetti più caldi ci sarebbero il fondo australiano Igneo, Edf Invest e la giapponese Marubeni. Si procederà, con il supporto degli advisor Rothschild e Gop, con la consueta procedura di offerte non vincolanti e vincolanti e l'obiettivo del closing entro fine anno. Per un potenziale investitore, le cose che contano in un dossier simile sono due: le prospettive di retrofitting green per la rete e la governance. Quest'ultima, sottolinea Dal Fabbro a Radiocor, sarà adeguata: «Cerchiamo un partner finanziario che ci accompagni negli investimenti ma non nella gestione». Inoltre, i proventi dell'operazione saranno convogliati su due canali. «Il primo - aggiunge - è dettato dal fatto che diversamente dal passato andremo a concorrere in Atem (Ambiti territorali) gas non nostri, nel Nord e Centro Italia, dove ci sono sinergie: quindi giocheremo anche in attacco». In secondo luogo, la liquidità raccolta servirà «per adeguare le reti a veicolare idrogeno, per digitalizzarle e per renderle ancora più efficienti: per adeguarle alle sfide della transizione energetica».

Allo studio da parte di Iren, ma per il 2024, c'è l'idea di replicare un'operazione simile sul 49% degli asset rinnovabili, escluso l'idroelettrico, «per arrivare al 2030 ad avere un contributo maggiore per la generazione di elettricità dalle fonti green rispetto al termico”», annuncia il presidente. Numeri alla mano: oggi Iren ha 220 MW di solare installato (oltre a una consistente pipeline) che arriveranno fino a 500 MW l'anno prossimo: è su questa base che si studierà il riassetto. Per fine piano il target è di 3,6 GW di energia sostenibile - di cui 2,2 GW di fotovoltaico ed eolico in shore, 0,4 GW eolico off shore in co sviluppo e 0,4 GW di comunità energetiche, il resto idroelettrico – contro circa 3 GW di termico.

Proprio in ambito di generazione green, l'idroelettrico gioca un ruolo chiave, anche se le gare per alcune concessioni già scadute incombono. Tuttavia Iren ha presentato alla Regione Piemonte una proposta innovativa: ovvero, per gli impianti che dalla Valle Orco arrivano fino alle vette del Gran Paradiso, un project finance da 300 milioni. Su questa base la Regione metterà a gara la concessione. «È una strada rivoluzionaria, potrebbe essere un game changer anche per altre Regioni e altri operatori, sbloccando nel contempo importanti investimenti sui territori», fa notare il presidente.

Infine una battuta su Egea, «a cui siamo interessati: – conferma Dal Fabbro – la nostra è una proposta competitiva sia sul piano industriale che finanziario, per un suo rilancio nella zona di Cuneo e Alba, con conferimento di asset Iren ed eventuale quotazione finale in Borsa». Ora, conclude, attendiamo la fine dell'esclusiva con A2A «per essere ammessi a una gara, che rappresenterebbe il miglior processo nell'interesse di tutti gli azionisti».

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