Appalti

Astaldi, Salini fissa le condizioni e le banche aprono alle nozze

di Simone Filippetti

L'idea di un cavaliere bianco per Astaldi, il costruttore romano che ha chiamato in soccorso il Tribunale, esalta la Borsa, fa tremare gli speculatori e fa tirare un sospiro di sollievo al mercato. Sul general contractor romano c'è l'interesse di Salini Impregilo, il più grande gruppo italiano di costruzioni, ma perché il salvataggio si concretizzi Pietro Salini pone una serie di condizioni, legate al debito e agli asset di Astaldi.Dopo giorni di crolli, che hanno fatto bruciare il 60% ad Astaldi, vittima dello short selling, ieri il titolo ha fatto un maxi-rimbalzo del 30%, recuperando quota 0,55 euro. Salini-Impregilo dopo il crollo iniziale ha chiuso a + 0,69%. Un matrimonio Salini-Astaldi, che ieri ha ricevuto anche la benedizione di Carlo Messina, il numero uno di Intesa SanPaolo («Tutti quei processi che tendono a rafforza e consolidare gli operatori sul mercato li vediamo con favore») deve fare i conti con una serie di nodi da sciogliere. Il primo è le dimensioni: Salini Impregilo e Astaldi non sono nemmeno paragonabili. L'ipotetico cavaliere bianco capitalizza un miliardo; la società romana, presa pure di mira dagli speculatori, vale attorno ai 50 milioni, 20 volte di meno. Sulla carta Salini se la potrebbe fagocitare in un sol boccone ma ci sarebbe un'Opa da lanciare sul mercato (con pure un eventuale delisting, visto che Salini è già quotata e sta pure studiando un double listing a Wall Street). E un futuro aumento di capitale che però rischia di dover essere più grosso di quanto valga oggi l'azienda, che dunque sconta un equity negativo. Il colosso romano non sarebbe disposto ad accettare azioni Astaldi come concambio a questi valori.Martedì mattina Pietro Salini e Paolo Astaldi si sono incontrati a Milano al direttivo di Assonime, e una stretta di mano è stata letta come la conferma del buon rapporto tra i due. Ma in ogni caso la multinazionale italiana delle costruzioni scenderebbe in campo solo dopo l'ok al concordato, e questa è un'altra condizione: Astaldi ha una zavorra da 2,2 miliardi: solo quando si saprà quanto debito verrà cancellato, Salini si muoverà. Al momento non è disposta a farsi carico di Astaldi così indebitata. Lo snodo di tutto passa per i creditori, a cui Astaldi dovrà chiedere dei sacrifici con il piano di concordato, su cui stanno lavorando il consulente Enrico Laghi, l'avvocato Franco Gianni e l'advisor Rothschild dal lato delle banche; per Salini, invece, sono in campo Guido Roberto Vitale e Merrill Lynch. Più sacrifici si chiederanno ai creditori, più debito verrà stralciato e più sarà fattibile una Salini-Astaldi. Ma più sacrifici significa aumentare il rischio che i creditori non accettino il piano.Ecco perché proprio sul versante dei creditori che si concentrano le attenzioni: il bond da 750 milioni di Astaldi è in mano a investitori istituzionali e anche singoli risparmiatori. I bondholder cercheranno di avere un rimborso totale, ma questo è lo scenario più remoto. Più verosimile che si vada verso un haircut, ossia un rimborso parziale. Il sacrifico potrebbe essere intorno al 35%, con un rimborso pari al 65% come è successo in Safilo anni fa. Un simile trattamento anche per le banche alleggerirebbe Astaldi di circa 800 milioni di debiti complessivi, rendendo più facile l'operazione. Infine, la geografia: un affondo su Astaldi, aumenterebbe di nuovo l'esposizione sull'Italia, dove Salini si sta invece riducendo; e toglierebbe il focus sugli Usa che è il mantra di Pietro. Molti cantieri di Astaldi non interessano a Salini o perché c'è sovrapposizione o perché sono in perdita. Per quello ieri il mercato si è spaventato all'idea del matrimonio Salini-Astaldi e ha spedito in ribasso il titolo (-9% in apertura) e l'azienda è corsa a tranquillizzare il mercato con l'annuncio del progetto Bullet Train in Texas, commessa che se venisse assegnata varrebbe 20 miliardi di dollari (in consorzio), per far vedere che il baricentro è sempre sugli States.
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