Urbanistica

Milano Cortina, oltre 200 milioni di costi in più per le Olimpiadi

Nel piano della Fondazione per il 2022-2026 le uscite ammontano a 1,58 miliardi

di Sara Monaci

La conferma arriva dal nuovo business plan delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026, approvato ieri dalla Fondazione che gestirà l'evento: rispetto a quanto immaginato nel dossier di candidatura di due anni fa, i Giochi avranno bisogno di una spesa di oltre 200 in più, per un totale di 1,580 milioni. I costi aggiuntivi dipendono soprattutto dalla parte tecnologica, in parte sottovalutata inizialmente e in parte perfezionata anche alla luce delle nuove necessità. La cibersecurity e la sostenibilità ambientale chiedono un budget superiore. La Fondazione gestirà l'evento, ovvero le gare sportive, la vendita di biglietti e di merchandising, gli spettacoli, l'accoglienza di squadre, allenatori e media.

Ieri il cda, presieduto da Giovanni Malagò, con Vincenzo Novari come ad, ha dichiarato che «l'esercizio è frutto di un'approfondita stima analitica delle principali aree di ricavo e di costo, con un aumento degli impegni in sostenibilità e una valutazione puntuale degli investimenti tecnologici e di cybersecurity, elemento centrale per garantire al progetto Olimpico e Paralimpico la realizzazione di un evento all'avanguardia nell'engagement digitale, servizi e customer experience». Le entrate, almeno per quanto preventivato dall'attuale piano, vengono così divise: 580 milioni arriveranno dal Comitato olimpico e 570 milioni dagli sponsor. I restanti 430 milioni sono così divisi: il 50% arriverà dalla vendita dei biglietti; il 25% dagli eventi e dalle lotterie; una parte più piccola, intorno al 10%, dovrebbe arrivare dalla voce "ospitalità", ovvero pacchetti turistici promossi a livello internazionale; un ultimo 15% dovrebbe essere costituito dalla cessione di asset, da intendere sia come beni che una volta usati potranno essere rivenduti, sia come segmenti di attività da esternalizzare e grazie ai quali si possono generare possibili incassi.

Stiamo parlando in particolare del food&beverage, che potrebbe essere gestito da un grande gruppo in grado di generare ricavi e pagare royalty alla Fondazione. La nota ufficiale specifica anche che «agli obiettivi del business plan contribuirà anche il coinvolgimento dei territori attraverso l'associazione con comitati locali per l'organizzazione delle competizioni».A livello locale intanto le Regioni e i Comuni coinvolti hanno la responsabilità della realizzazione delle strutture che ospiteranno le competizioni, con alcuni nodi ancora da risolvere. La questione milanese più complicata è legata alla costruzione di una nuova struttura, il Palaitalia, dove si svogerà l'hockey maschile. Verrà realizzata in project financing da Lendlease e Ogv Europe Limited, per un investimento di circa 70 milioni, ma al momento il progetto è bloccato dal ricorso del gruppo Cabassi. A Cortina invece ci sarà bisogno praticamente di rifare la pista da bob, per 80 milioni, a carico della Regione Veneto, mentre in Trentino, a Baselga di Piné, dovrà essere ammodernato e chiuso l'ovale per il pattinaggio di velocità, per il quale ci sarà bisogno di ulteriori 70 milioni.

Queste ultime due voci saranno probabilmente tutte a carico del pubblico.Infine la questione delle infrastrutture di collegamento. Le strade rischiano di essere la nota dolente dei Giochi invernali 2026. Solo pochi giorni fa è stata costituita un'agenzia ad hoc che dovrà gestire 850 milioni di finanziamenti, tra quelli già stanziati e quelli attesi, equamente divisi tra Veneto e Lombardia. In Veneto potrebbero non arrivare in tempo le varianti di Cortina (galleria da 4 chilometri) e la variante del Longarone (lunga 12 chilometri). Le due strade avrebbero bisogno di una spinta commissariale, e comunque è necessario che i lavori vengano aggiudicati entro giugno 2022.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©