Il fondo infrastrutturale F2i studia la cessione della quota in Iren Acqua
Al vaglio fondi interessati alla minoranza: Lazard al lavoro sulla valutazione
Riassetto azionario in vista per Iren Acqua, società della quale la holding multiservizi emiliana possiede il 60%, mentre il restante 40% fa capo al fondo infrastrutturale F2i.
Secondo indiscrezioni, infatti il gruppo guidato dall’amministratore delegato Renato Ravanelli starebbe valutando un’uscita dalla compagine azionaria di Iren Acqua, cedendo la propria quota di minoranza. L’obiettivo è individuare un fondo di private equity interessato al pacchetto, che non rappresenta un asset strategico per la stessa F2i. L’advisor finanziario Lazard, secondo i rumors, sarebbe al lavoro per fornire una valutazione della quota potenzialmente in vendita.
Iren Acqua gestisce operativamente il servizio idrico integrato, erogando acqua a circa 760mila abitanti a Genova e ai comuni dell’hinterland, attraverso una rete di distribuzione di 2.725 chilometri.
La società gestisce attualmente 5 grandi impianti di potabilizzazione con una filiera di trattamento all’avanguardia nel settore. Le condotte fognarie gestite da Iren Acqua hanno una lunghezza complessiva di circa 1.732 chilometri. All’interno del territorio di Iren Acqua sono operanti 38 depuratori e 206 fosse settiche.
La quota azionaria del 40% non sarebbe, appunto, strategica per F2i. Il fondo infrastrutturale, ormai dallo scorso anno, sta lavorando con i suoi partner alla creazione di un nuovo gruppo dell’energia, dove far confluire tutte le proprie partecipazioni di controllo: quelle in Ef Solare, Sorgenia, 2i Rete Gas e Ital Gas Storage.
Dall’altro lato, per Iren, che assiste da spettatore interessato alla vicenda, la quota azionaria di controllo in Iren Acqua resta invece strategica. Su un altro fronte, proprio la holding multiservizi guidata dall’amministratore delegato Gianni Vittorio Armani sta invece proseguendo nel processo di individuazione di un partner finanziario per la rete di distribuzione del gas.
Un mandato, secondo i rumors, è stato affidato a inizio gennaio all’advisor finanziario Rothschild ed il processo dovrebbe entrare concretamente nel vivo nel mese di febbraio. L’obiettivo è la creazione di una newco, dove dovrebbero confluire le attività di distribuzione nel gas, separandole dal teleriscaldamento e dall’acqua. Secondo alcune stime la valutazione, in termini di «enterprise value», delle attività nel gas sarebbe intorno ai 700-800 milioni di euro.