Nuovo codice, ci siamo: dal 1° luglio in vigore le nuove norme
Amministrazioni e imprese entrano nell'era del Dlgs 36
Mentre è continuata, anche il 30 giugno, la corsa per pubblicare le ultime gare che seguiranno le regole del Dgls 50, le stazioni appaltanti si preparano a fronteggiare l'entrata in vigore - 1° luglio 2023 - del nuovo codice degli appalti. Molte le novità, approfondite su questo giornale dai nostri esperti nel corso di questi mesi, con l'obiettivo di contribuire ad assorbire senza troppi traumi lo shock normativo. Approfondimenti che proseguiranno nei prossimi giorni, nella prospettiva di misurare l'efficacia delle nuove norme e chiarirne, per quanto possibile, limiti e criticità. Dai giorni prossimi si attende infatti di sapere se e in che misura la formazione, l'approfondimento e le spiegazioni attuate da enti, associazioni e istituzioni consentiranno di evitare rallentamenti o, nei casi più estremi, paralisi delle pubbliche amministrazioni.
Ma, soprattutto, nel breve e nel medio periodo sarà possibile verificare l'indice di gradimento, per così dire, nei confronti delle novità del codice, in particolare sull'apertura al capitale privato, obiettivo antico ma solo in parte finora centrato dal legislatore. Il nuovo codice punta infatti a coinvolgere maggiormente gli operatori privati nella realizzazione di infrastrutture, attraverso il restyling dello strumento della concessione e del Pf, e più in generale della gamma di strumenti riconducibili alla partnership pubblico-privata. Molte le norme - in parte nuove e in parte confermate - che entreranno stabilmente a regime su adeguamento e revisione prezzi, ruolo e oneri del Rup, gare sottosoglia, anticipazione, outsourcing e società in house, cause di esclusione, appalto integrato, affidamenti diretti, opere a scomputo, criteri di aggiudicazione, qualificazione delle stazioni appaltanti.
Lo speciale con il testo e gli approfondimenti degli esperti (in progress)







