Legge urbanistica, l’Inu propone un nuovo testo quadro
Il presidente Michele Talia ha illustrato il documento a Urbanpromo: calcolo degli standard in funzione dei livelli essenziali delle prestazioni e superamento del principio di conformità
Dall’Istituto di urbanistica arriva una nuova proposta di norma nazionale per il governo del territorio, che si aggiunge e sostituisce le numerose proposte avanzate dall’Istituto per superare la legge del 1942. La bozza offerta alla discussione - elaborata nel corso di un confronto partecipativo durato un anno - è stata presentata nel corso di Urbanpromo, la tradizionale poliedrica iniziativa dell’Inu, in svolgimento in questi giorni a Firenze. La proposta di legge, ha spiegato il presidente dell’Istituto di Urbanistica Michele Talia, «intende optare per un modello normativo ”multifunzionale”, che vuole essere in grado cioè di affiancare alla formulazione dei principi fondamentali e delle regole generali del governo del territorio, anche la disciplina di alcuni argomenti di legislazione esclusiva dello Stato, nonché l’individuazione di quelle materie in cui la presente legge provvede ad operare una delega ad emanare i necessari decreti legislativi nell’ambito dei principi e dei tempi ivi definiti».
Due gli aspetti che Talia ha definito «particolarmente innovativi». «Il primo - ha detto - è legato al passaggio da un approccio prevalentemente parametrico nel dimensionamento degli standard urbanistici all’impiego di nuovi criteri quali-quantitativi, facendo sì che la prefigurazione delle nuove dotazioni urbanistiche proceda di pari passo con l’introduzione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep)». Il secondo aspetto riguarda invece la proposizione di una forma del piano che tenda a sostituire progressivamente il principio di conformità con quello di coerenza. «Per effetto di questa transizione - ha detto Talia - la disciplina urbanistica dovrebbe ricercare un accordo sostanziale, da parte di ogni nuovo strumento di pianificazione, con gli obiettivi e gli indirizzi fissati dai piani sovraordinati. Con il duplice effetto di favorire la flessibilità degli strumenti urbanistici e la riduzione del ricorso alle varianti urbanistiche. Si tratta di contenuti e innovazioni da introdurre con l’obiettivo di rendere la pianificazione urbanistica, a tutti i livelli, maggiormente in sintonia con le nuove sfide che il governo del territorio deve affrontare: dalle necessità della transizione ecologica all’adattamento ai cambiamenti climatici, dalla prevenzione del rischio idrogeologico fino al progressivo azzeramento del consumo di suolo».