Appalti

Grandi opere, il Governo studia una task force per vagliare i progetti e tenere sotto controllo tempi e costi

di Mauro Salerno

Una task force per coordinare i progetti sulle grandi opere e controllare l'avanzamento dei cantieri. È l'idea cui sta ragionando il Governo per mettere fine alla stagione dei cantieri infiniti e dai costi imprevedibili. La nuova squadra di tecnici che non avrebbe nulla a che vedere con la vecchia Unità di missione del ministro delle Infrastrutture. Non si tratterebbe infatti di una struttura interna a Porta Pia ma di un team condiviso tra la Presidenza del consiglio, il ministero dell'Economia e le Infrastrutture.

Ad anticipare l'idea della task force è stato Raffaele Tiscar, vicesegretario della presidenza del Consiglio. «C'è bisogno di una Unità tecnica capace di coordinare i progetti e valutarne la congruità»,ha detto partecipando a un workshop Agici sulla qualità delle infrastrutture a Roma. L'idea è a uno stadio più avanzato di una semplice proposta anche se è prematuro parlare di tempi. «Ci stiamo lavorando», risponde Tiscar. «È necessario che le stazioni appaltanti trovino un interlorcutore capace di incalzare e che siano chiamate a rispondere di eventuali inefficienze se necessario». Alla task force verrebbe affidato il compito di vegliare su tutte le grandi opere, dal progetto fino alla realizzazione. A partire dal controllo sulla validità dei progetti fino al monitoraggio sui costi in fase di esecuzione.

Tempi e costi delle grandi opere
L'Italia impiega ancora oggi mediamente 4,5 anni per realizzare un'opera di dimensioni contenute che schizzano a oltre dieci quando c'è in gioco un cantiere superiore a 20 milioni di euro. I motivi dei ritardi sono noti : «Scarsa pianificazione, troppa burocrazia in gara con controlli eccessivi sulle norme e meno sugli aspetti tecnici del progetto, più attenzione alla fase di assegnazione della commessa che al cantiere, uso di strumenti non ottimali come il massimo ribasso o l'appalto integrato, mancata ricerca del consenso sul territorio», ha elencato Stefano Clerici, senior consultant di Agici. Alcuni esempi parlando da soli. «Il terzo valico è stato avviato nel '92 e se tutto va bene sarà finito nel 2012, con costi già previsti in aumento del 30%», segnala Clerici. Stesso discorso per la Tirrenica, progetto avviato nel 2004 con previsione di concludere i lavori nel 2018 «con un aumento del 22% dopo la revisione del progetto mirata al contenimento dei costi. Anche se il caso più eclatante è il Brennero. «Progetto iniziato nell'89, finirà nel 2025, con costi cresciuti del 70%».

Qualità dei progetti
«La scelta decisiva - ha setto il ministro Graziano Delrio , in un videomessaggio al convegno - è quella compiuta dal nuovo codice appalti in discussione alla Camera di non mettere più a gara progetti preliminari o definitivi. Se a questo aggiungiamo la valorizzazione dell'uso di tecnologie come il Bim, potremo controllare passo passo la qualità delle realizzazioni». Attenzione sulla qualità della progettazione, «che il nuovo codice mette al centro del processo costruttivo», ha rivendicato il relatore del provvedimento al Senato Stefano Esposito, «vietando il massimo ribasso, valorizzando i concorsi di progettazione» e limitando drasticamente il ricorso all'appalto integrato.

Un punto su cui è intervenuto il presidente dell'Ance, Claudio de Albertis, contrario «al ritorno di una spaccatura tra fase di progettazione e costruzione». «Proprio che c'è il Bim» è l'argomento usato da De Albertis. «bisogna incentivare le sinergie» tra progettisti e imprese. Il presidente dei costruttori riconosce che «le gare bandite sul progetto preliminare hanno creato gravi distorsioni». «Nessuno vuole riproporre quel modello - sottolinea - ma bisogna lasciare la possibilità alle stazioni appaltanti di mettere in gara un definitivo avanzato chiedendo alle imprese di completare i dettagli costruttivi, come avviene in tanti altri Paesi». E senza dimenticare le piccole opere. «Ci occupiamo spesso di grandi opere, ma questo paese è fatto di migliaia di piccole opere: anche queste hanno bisogno di atennzione e monitoraggio».

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