Amministratori

Faq, salvo imprevisti la Pa non può più cambiare idea

La Pubblica amministrazione può discostarsi ma solo per ragioni decisive e del tutto speciali

di Pietro Alessio Palumbo

Oggi la Pa fa sempre maggiore ricorso alle Faq(Frequently Asked Questions) già note nell'ambito dell'e-commerce e dei servizi sul web. Si tratta di una serie di risposte a domande che sono state poste o potrebbero essere poste dagli utenti di un certo servizio pubblico. In tal modo viene data risposta univoca su un sito web istituzionale a interrogativi singoli ma ricorrenti. Le risposte alle Faq non sono fonte del diritto, né primaria, né secondaria; e neppure possono essere considerate affini alle circolari, dal momento che non costituiscono un obbligo interno per gli organi amministrativi. Il ricorso alle Faq è quindi da ricondurre a pure esigenze di trasparenza ed economicità della Pa. Tuttavia – ha evidenziato il Consiglio di Stato con il parere n. 1275/2021 - neanche può essere sottovalutato l'effetto che le risposte alle Faq producono sui cittadini, a partire dall'ovvio affidamento nei confronti di chi (l'amministrazione pubblica) fornisce le risposte stesse. Deriva che alla Pa è certo consentito discostarsi dalle indicazioni già fornite con le Faq ma solo se è in grado di addurre in un momento successivo, elementi decisivi e del tutto "speciali". Ciò per evitare il pericolo che la normale discrezionalità amministrativa si trasformi in un «capriccioso arbitrio».

Le Faq non sono «fonti del diritto»
Soprattutto negli ultimi due anni contrassegnati dalle limitazioni dovute alla diffusione del Covid-19, le risposte alle Faq da parte della Pa hanno conosciuto un rilievo in precedenza sconosciuto. Ciò con l'obiettivo di offrire elementi di chiarezza applicativa di disposizioni che si potevano prestare a diverse interpretazioni. Ma non si deve dimenticare che le Faq sono sconosciute all'ordinamento giuridico, in particolare all'articolo 1 delle preleggi al codice civile laddove sono elencate le «fonti del diritto». Le Faq svolgono quindi una funzione sostanzialmente pratica anche perché non sono pubblicate a conclusione di un apposito procedimento definito dalla legge. Anzi, in mancanza dei necessari presupposti legali, neppure sono qualificabili quali forme di «interpretazione autentica».

Il caso "speciale "
Il sicuro affidamento del cittadino nella Pa richiede di tenere conto, comunque, dell'attività svolta dall'amministrazione con la pubblicazione delle Faq sul proprio sito web. Dalla "fiducia" del cittadino sul chiarimento inserito dalla Pa sul proprio stesso sito web consegue che le Faq, per quanto non vincolanti, di certo "orientano" i comportamenti degli interessati. L'amministrazione può pertanto discostarsi dalla propria Faq solo in casi imprevedibili, calati su questioni del tutto particolari e comunque a seguito di una approfondita istruttoria del fatto concreto. Secondo il Consiglio di Stato se mancano questi elementi di "serietà gestionale" il nuovo orientamento della Pa è segno di «volubilità amministrativa»; che certamente è illegittima.

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