Imprese

Architettura, quando la sostenibilità coinvolge nel progetto chi usa gli spazi

Dialog, big player canadese della progettazione verde, ha stretto una partnership con lo studio Ergodomus di Franco Piva su processi, materiali e autosufficienza dei grandi edifici

di Maria Chiara Voci

Da una parte i professionisti. Dall'altra gli studenti, che ogni giorno varcano le porte di un campus da oltre 50mila iscritti, nella città di Vancouver, in Canada. Un'alleanza da cui è nato l'Alma Mater Society Nest, un edificio polifunzionale a servizio dell'ateneo della British Columbia, progettato con una molteplicità di mani (e di idee) da un team di professionisti affiancati dai giovani utilizzatori degli spazi. Questa esperienza straordinaria – che si ripete in moltissimi altri progetti dove, al posto degli studenti, vengono coinvolti gli utilizzatori finali dell'edificio – è una delle cifre distintive del lavoro di Dialog, big player canadese nella progettazione di edifici e spazi interni e promotore di una nuova filosofia green e sostenibile per il futuro delle costruzioni.A Milano, pochi giorni fa, Craig Applegath e Daria Khachi – fondatore e partner di Dialog – hanno stretto una partnership con lo studio di progettazione strutturale in legno Ergodomus, creato da Franco Piva.

Architetture fuori dal comune
AMC Nest è uno sviluppo che si è innestato all'interno di un edificio esistente. Un nido di legno tecnologico e sostenibile, come un grande cubo sospeso, è stato aggiunto all'interno del grande immobile universitario. Al suo interno, gli studenti sono stati coinvolti – per oltre un anno – in un lavoro che li ha portati a immaginare e definire il recupero di tutto il resto degli spazi. Dove hanno preso vita una terrazza-giardino, una zona per la ristorazione, una hall e una palestra d'arrampicata. «Un lavoro di condivisione che ha arricchito tutti – racconta Craig – e che ci ha portato a concretizzare un edificio che è vissuto con entusiasmo dagli studenti, protagonisti della trasformazione».

Alzare la qualità del costruito
Obiettivo della società di architettura e ingegneria è quello di alzare la qualità del costruito. «Tutti parlano di sostenibilità – racconta Daria -, ma pochi riescono a declinare il concetto secondo un principio di vero comfort e benessere per le persone che usano l'immobile. Le nostre realizzazioni, sia su grande che su piccola scala, puntano a fare la differenza, anche e non solo tramite l'uso sapiente dei materiali, a partire dal legno e dalle straordinarie possibilità offerte dalla industrializzazione dei processi». A questo proposito, spicca ad esempio il centro educativo Bill Fish Forest realizzato in Ontario, che è il primo immobile in Canada ad aver raggiunto tutti e sette i "petali" (cioè i livelli di autarchia) richiesti dallo sfidante protocollo di certificazione Living Building Challenge. Un immobile biomimetico, le cui superfici vetrate sono studiate per confondere l'occhio degli utenti richiamando il tronco degli alberi della foresta che circonda la struttura. Soprattutto un fabbricato che si rigenera in autonomia, anche nella richiesta di allacci per energia e acqua (viene usata a servizio del complesso solo quella ricavata della filtrazione delle acque meteoriche). Dalla piccola alla grande scala, Dialog gestisce anche edifici collettivi, residenziali, terziari e commerciali. Di recente è stato coinvolto in un progetto di innovazione, finanziato dal Governo per il raggiungimento dell'impatto zero nelle costruzioni entro il 2050, insieme al big delle costruzioni Ellis Don. Allo studio, un'innovativa tecnologia per la progettazione dei solai che integra legno, acciaio e cemento, per il raggiungimento di uno standard net-zero carbon nella costruzione di edifici a torre.

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