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Contratto del cemento, Federbeton e i sindacati al rush finale per la firma

Lo scoglio più importante è la parte economica: i sindacati sono partiti da un aumento di 160 euro a parametro 140

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di Cristina Casadei

Per i lavoratori del settore cemento, calce e gesso (15mila considerando tutte le realtà, piccole, medie e grandi) è in arrivo il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro dell’industria. Federbeton, l’associazione di Confindustria che riunisce le imprese del settore, e Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil si sono incontrate ieri e hanno fatto sostanziali passi in avanti verso la chiusura della trattativa che va avanti da alcuni mesi. Il contratto è scaduto a dicembre dello scorso anno e il suo rinnovo rappresenterebbe un nuovo tassello della contrattazione della filiera delle costruzioni, dopo che la scorsa settimana è stato chiuso il contratto dell’edilizia, siglato dalle stesse sigle sindacali, Ance e Coop che ha garantito ai lavoratori un aumento di 92 euro.

L’elemento qualificante del nuovo contratto sarà la bilateralità, con la creazione di un comitato bilaterale per i materiali da costruzione, che dovrebbe essere chiamato Cbmc. Lo scoglio più importante, ancora ieri sera, invece, era la parte economica: i sindacati sono partiti da un aumento di 160 euro a parametro 140. Da parte delle imprese c’è la scelta del senso di responsabilità per riconoscere ai lavoratori un aumento che consenta di recuperare il potere d’acquisto, nonostante il momento molto difficile, dovuto soprattutto al fatto che il settore è energivoro e in questa fase vi è un aumento verticale dei prezzi dell’energia. Aumento che deve però essere sostenibile. L’ultima cifra su cui si stava ragionando ieri sera era intorno ai 120 euro.

La piattaforma sindacale ha riportato al centro le relazioni sindacali partecipative, la contrattazione di gruppo e il Cae che dovrà essere sempre più espressione del dialogo sociale transnazionale e l’ambito in cui discutere, attraverso l’informazione e la consultazione, le politiche aziendali di gruppo e le strategie da mettere in campo per il loro raggiungimento, parallelamente al livello nazionale. La trattativa sul nuovo contratto si è posta, tra gli obiettivi, anche la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, con il rilancio di strumenti come il contratto di apprendistato, percorsi condivisi sull’alternanza scuola lavoro, part-time volontario reversibile.

Tra i cambiamenti discussi anche una riduzione di ore di lavoro per chi è impegnato sui cicli continui articolati su 7 giorni lavorativi, per arrivare ad una riduzione dell’orario contrattuale da 40 ore a 38 ore. Il negoziato ha inoltre affrontato il tema della revisione del sistema classificatorio, legata ai processi di innovazione e all’evoluzione dell’organizzazione aziendale. Su questo tema la discussione è aperta. Per evitare il dumping tra aziende e tutelare la buona occupazione le parti hanno discusso anche l’ipotesi di rendere obbligatoria l’applicazione del contratto a tutte le aziende appaltatrici che svolgono lavori coerenti con i profili professionali del settore, mentre sulla sicurezza è stato condiviso un impegno stringente, così come sulla formazione, con la previsione di un elevato numero di ore all’anno.

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