Imprese

Costruzioni, una filiera di 7mila Pmi per realizzare 18 grandi opere con Webuild

Dalla linea M4 di Milano al Terzo valico lavori per 7,5 miliardi

di Marco Morino

Sono circa 7mila le imprese che insieme al Gruppo Webuild (ex Salini Impregilo) stanno realizzando i principali 18 progetti infrastrutturali in Italia, per un valore complessivo di contratti assegnati alla filiera di fornitori e subfornitori superiore a 7,5 miliardi di euro dall’inizio dei lavori a oggi e una quota del 98% rappresentata da aziende italiane.

La strada statale Jonica, la linea ferroviaria alta velocità/capacità Verona-Padova, la Metro C di Roma, la M4 di Milano e la metro di Napoli, il Terzo valico dei Giovi (alta velocità Genova-Milano), l’alta velocita Napoli-Bari, l’ospedale del Sud-Est Barese di Monopoli-Fasano: dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia, le grandi infrastrutture che stanno riscrivendo il futuro sostenibile dell’Italia sono il prodotto di un lavoro corale di migliaia di imprese.

Una catena di valore

Un sistema complesso, che permette di creare sviluppo e occupazione in tutti i territori italiani, con una varietà di esperienze e un accumulo di conoscenze, che vengono considerate tra le migliori nel mondo, nonostante la crisi in atto. Queste realtà rappresentano la spina dorsale di un paese che, con Progetto Italia, può avviare di nuovo un processo produttivo virtuoso a cascata su tutta la filiera di piccole e medie imprese del settore, che già competono nel mondo con i progetti che il Gruppo ha in corso in 50 paesi. I nuovi ulteriori investimenti allo studio anche con il supporto delle risorse del Recovery plan saranno fondamentali per continuare a sostenere un settore di eccellenza in un momento di grave crisi economica e a creare nuova occupazione per l’intera filiera. Una catena di valore, fatta di imprese che raccontano storie di specializzazione e competenza per molti versi sconosciute.

Alla filiera di Webuild partecipano, tra le altre, aziende leader nel settore degli additivi, della movimentazione di maxi manufatti (una tecnica che permette di costruire le campate dei ponti in terra e di vararle in quota riducendo al massimo il rischio per la sicurezza dei lavoratori), imprese per le fondazioni, per le barriere antirumore, per la sensoristica applicata ai cantieri, per la perforazione in tradizionale o automatizzata, le cosiddette talpe, anche di ultima generazione, come quelle che lavorano con pendenze mai raggiunte prima.

Le attività delle imprese fornitrici spaziano su cantieri in tutta Italia, dal Nord al Sud, creando occupazione. E così partecipano alla filiera di Webuild tanto grandi aziende come la Fagioli, specializzata nella movimentazione di maxi manufatti , quanto società più piccole come la Drafinsub, incaricata delle bonifiche dagli ordigni bellici prima dell’inizio dei lavori. E ancora la Fratelli Gentile, che sulla Napoli-Bari ha brevettato sistemi innovativi per la raccolta e la gestione dei rifiuti abbandonati lungo il tracciato dell’opera e la Clivio che, nella costruzione del tunnel che correrà sotto il fiume Isarco e sarà parte della galleria ferroviaria di base del Brennero, ha messo a disposizione due brevetti necessari per le attività di consolidamento del terreno, che anticipano la perforazione delle talpe. Sempre nel cantiere del Brennero, insieme a Webuild, troviamo la Costruzioni Meccaniche Romane, impegnata nello studio e fornitura di tecnologia applicata alle attività di consolidamento sotto falda necessarie per mettere in sicurezza il terreno e prepararlo per lo scavo, mentre la Geo-Inspector, esperta nell’uso delle fibre ottiche, è incaricata del monitoraggio delle temperature in fase di congelamento. Nel cantiere della M4 di Milano la posa dei binari e degli scambi è affidata a Generali costruzioni ferroviarie, mentre le fondazioni delle future stazioni della nuova linea metropolitana milanese sono opera della Saos. A proposito di Fagioli, l’ultima spettacolare operazione risale a pochi giorni fa: il sollevamento di un maxi viadotto ferroviario da 2.500 tonnellate sulla tratta Napoli-Cancello dell’alta velocità Napoli-Bari.

Sul Terzo valico dei Giovi (l’alta velocità che collegherà Milano con Genova in circa un’ora) sono invece al lavoro oltre 2.300 imprese per un totale di contratti pari a 3,5 miliardi di euro. Un’opera di forte impatto per tre grandi regioni italiane (Liguria, Piemonte, Lombardia) che, sotto l’organizzazione del Consorzio Cociv guidato da Webuild, arriverà a unire tra loro Genova e Rotterdam. Tra le imprese impegnate nel cantiere del Terzo valico troviamo la società Larefin, che lavora all’impermeabilizzazione delle gallerie, la Edilsider, impegnata nella fornitura e installazione di prefabbricati per i campi base, insieme a molte altre imprese altamente specializzate. Aziende quasi interamente provenienti dal territorio italiano (il 99% del totale è costituito da società con sede in Italia) per un’opera che oggi dà lavoro a 5.000 persone, tra ingegneri, tecnici e operai.

Un nuovo brand per i cantieri

Per organizzare in modo univoco la gestione di alcuni cantieri italiani del settore della mobilità sostenibile, Webuild sta per lanciare un nuovo piano di rebranding, che raggrupperà questi progetti dal punto di vista visivo sotto un unico marchio. I progetti interessati dall’operazione di rebranding in questa prima fase saranno: linea ferroviaria Av/Ac Napoli-Bari (2 lotti: Napoli-Cancello e Apice-Hirpinia); linea ferroviaria Palermo-Catania (tratta Bicocca-Catenanuova); Terzo valico dei Giovi.

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