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Caro-materiali, imprese ferroviarie contro i prezzari Rfi: adeguare anche i costi dei prodotti tecnologici

Anie Assifer: insufficiente la revisione prezzi del Dl Sostegni-ter, bisogna intervenire sugli appalti già in corso

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di Mau.S.

Rivedere subito le tariffe dei prezzi unitari specifiche per le tecnologie ferroviarie, perché «anche quelle pubblicate di recente da Rfi continuano a non rispecchiare gli aumenti dei costi reali sostenuti dalle aziende, essendo state adeguate in particolar modo solo per i materiali da costruzione». È la richiesta che arriva da Anie Assifer (Confindustria) che rappresenta 140 aziende del settore tecnologico del ferroviario (materiale rotabile, segnalamento, telecomunicazioni, elettrificazione) con un fatturato di oltre 4 miliardi di euro all'anno nel 2020 e una forza lavoro di oltre 15.000 addetti.

Per le imprese del settore anche la clausola di revisione prezzi introdotta dal decreto Sostegni-ter (Dl 4/2022) rischia di essere insufficiente. Il punto è che quella clausola si applica solo a i nuovi appalti e non a quelli già in corso. «Considerando la mole e la quantità di gare d'appalto già emesse dalle stazioni appaltanti prima dell'entrata in vigore del Decreto Sostegni-ter - dice il presidente di Anie Assifer Giuseppe Gaudiello - , sarebbe necessario e utile prevedere meccanismi di compensazione anche per i contratti tuttora in esecuzione e rivedere i meccanismi di revisione prezzi nei casi in cui questi non rispecchiano in maniera adeguata i costi reali sostenuti dalle imprese».

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