Imprese

Fondi Ue, frodi in sei casi su 10, al Sud si arriva all’85%

Contributi ottenuti in maniera fraudolenta in sei casi su 10. Con punte del 64% per la Pac, la politica agricola comune, e un picco dell’85% nel Mezzogiorno sui fondi strutturali e le spese dirette della Ue. La mappa delle frodi “comunitarie” parla da sola. A elaborarla è l’Uvi (Ufficio valutazione impatto) del Senato analizzando i dati della Guardia di Finanza.
Dal dossier emerge che tra il 2014 e il 2016 le Fiamme Gialle con poco meno di 13mila controlli su oltre 2,4 miliardi di contributi Ue hanno riscontrato irregolarità e illeciti per quasi 1,5 miliardi. In particolare, l’attività della Gdf ha fatto emergere che su quasi 1,9 miliardi di risorse legate alla politica agricola comune e politica comune della pesca, 735,6 milioni (il 61,8%) sono risultati indebitamente richiesti o percepiti mentre su 1,2 miliardi di fondi strutturali verificati la frode rilevata ammonta a 751,1 milioni (il 59,34% del totale).

L’attività di verifica
Un’attività, quella di verifica e segnalazione, che è diventata sempre più intesa con il trascorrere degli anni. Ma lo stesso dossier indica le priorità per compiere decisivi passi in avanti, come la necessità di interventi più tempestivi per bloccare le erogazioni e recuperare i fondi, e focalizza gli anelli ancora mancanti per rendere efficace il “dispositivo” a livello politico-amministrativo.
Nel documento dell’Uvi Senato si fa notare che «manca una collaborazione amministrativa internazionale» nel settore dei fondi strutturali: infatti, «non esiste uno strumento legale di mutua assistenza diretta tra Stati membri». Positiva invece è la collaborazione con l’Olaf, l’ufficio europeo per la lotta antifrode: è «oggi l’unico canale di cooperazione in via amministrativa».

Europa 2020
Luci ma anche non poche ombre, insomma, su una partita a dir poco strategica come quella dei fondi Ue. Per effetto dell’entrata in vigore di “Europa 2020” (la strategia di crescita globale della Ue), per il periodo 2014-2020 l’Italia può contare su quasi 77,5 miliardi, di cui 46,5 miliardi destinati alle politiche di coesione e 31 miliardi per il sostegno dell’agricoltura. A queste risorse va aggiunto il coofinanziamento nazionale, pari a 94 miliardi per le sole politiche di coesione. Un flusso consistente di finanziamenti che solletica tanti appetiti di furbetti e della criminalità organizzata e che potrebbe essere quindi depotenziato a suon di truffe, malversazioni, frodi e altri illeciti. Un rischio, che dai dati dell’attività della Gdf, risulta particolarmente elevato al Sud. Tra il 2014 e il 2016 le frodi e le irregolarità sui fondi strutturali e sulle spese dirette della Ue nelle Regioni del Mezzogiorno hanno quota 85% contro il 12% di quelle centrali e il 3,5% del Nord Italia.

La politica agricola comune
Cambia la situazione per gli illeciti su politica agricola comune e politica della pesca, che sono emersi nel 46% dei casi nel Centro Italia, nel 33% nelle regioni meridionali e nel 21% nel in quelle settentrionali. Tra gli “indici di anomalia” enucleati dalla Gdf soprattutto sul fronte dei fondi strutturali, l’esistenza di precedenti e pendenze in campo fiscale a carico dei beneficiari, la presenza tra i soggetti cointeressati di pregiudicati per reati particolarmente gravi, l'impiego, come amministratori di società di capitali, di sospetti “prestanome”.
Dopo i pochi casi registrati nei primi anni del nuovo millennio, il meccanismo di segnalazione è entrato progressivamente a regime come dimostra l’impennata nel 2010 con 1.027 “eventi” nel flusso di sospette frodi comunicate alla Ue dal Colaf, il Comitato per la lotta contro le frodi, che dal 1992 costituisce una sorta di cabina di regia nazionale tra organismi di gestione, strutture antifrode, ministeri e istituzioni Ue. Allo stesso tempo, sono state rafforzate le attività di prevenzione e quelle per recuperare i fondi. Dalla situazione aggiornata a giugno 2017 emerge che, su 322,6 milioni di euro indebitamente percepiti tra il 2008 e il 2016, ne sono stati recuperati 74,4, mentre altri 248,2 milioni sono ancora da recuperare.

Il documento dell’Uvi

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©