Urbanistica

Giovannini: «I 62 miliardi del Pnrr per le infrastrutture impegnati a breve al 92%»

Il ministro parla al summit sul Made in Italy promosso da Gruppo 24 Ore, Financial Times e Sky

di Celestina Dominelli

«In tre mesi abbiamo fatto una corsa straordinaria e non l'abbiamo fatta da soli perché c'erano già progetti identificati e criteri fissati. Ed è grazie alla collaborazione ottima con le Regioni e i territori che il percorso è stato molto agevole». Chiudendo la tre giorni di lavori del summit sul Made in Italy, il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, rivendica il lavoro portato avanti dal suo dicastero rispetto al Recovery Plan: «Per ciò che riguarda le riforme, due sono già state attuate, due sono in fase di attuazione con la conversione del decreto legge su infrastrutture e trasporti, che entro il 10 novembre sarà votato in via definitiva dal Parlamento, e una richiede un intervento di tipo amministrativo già in preparazione». Quanto agli investimenti, Giovannini ricorda che, su questo fronte, «siamo decisamente il primo ministero perché, dei nostri 62 miliardi (includendo anche le risorse del Fondo complementare, ndr), ne abbiamo già impegnati, attraverso il contratto di programma con Fs e gli accordi con Regioni e città, circa il 75% e nei prossimi giorni arriveremo al 92%». Mentre, rispetto al Fondo, «proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo rendicontato al Mef che i 10 miliardi di nostra competenza sono già stati assegnati».

Il ministro ricorda poi gli assi lungo i quali si snoda l'impegno previsto dal Pnrr sul fronte della mobilità, dove c'è una forte spinta sull'elettrificazione, e torna quindi sulla polemica relativa ai presunti ritardi attorno alle 102 opere del Pnrr assegnate ai commissari straordinari. «Sono rimasto veramente stupito del rumore intorno a questo tema. Per la prima volta - evidenzia riferendosi alla pubblicazione, pochi giorni fa, del report su alcune opere - abbiamo messo i cronoprogrammi del primo gruppo mostrando che, purtroppo, i ritardi di molte gare riguardano la fase di progettazione e non quella di apertura dei cantieri. E si vede che, complessivamente, tutte le opere o sono state avviate o verranno consegnati i lavori entro la fine dell'anno». Il ricorso ai commissari, chiosa, si è reso necessario «perché la legislazione è giustamente criticata per le opere ordinarie. La buona notizia è che per il Pnrr abbiamo previsto procedure straordinariamente semplificate, accelerate e ridisegnate completamente».

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