Appalti

I termini per impugnare il titolo edilzio decorrono dall'apposizione del cartello di cantiere

É sufficiente la percezione della lesività dell'atto autorizzativo e della compromissione della propria sfera giuridica

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di Pippo Sciscioli

É irricevibile per tardività il ricorso giurisdizionale presentato al giudice amministrativo per impugnare un permesso di costruire rilasciato dal Comune qualora il cartello di cantiere sia stato apposto tempestivamente o comunque contestualmente all'inizio dei lavori.

Purchè il cartello sia completo di tutti i dati dell'intervento edilizio e cioè gli estremi del titolo, il nominativo del proprietario, la descrizione della tipologia dei lavori, la riproduzione grafica del fabbricato da costruirsi nella sua definitiva consistenza planovolumetrica.

A queste condizioni, il ricorrente dispone immediatamente di ogni elemento per avere effettiva e piena conoscenza della lesività dell'intervento edilizio per impugnare il titolo entro il termine perentorio di sessanta giorni prescritto dal codice del processo amministrativo, senza che sia necessario attendere la conclusione dei lavori per lamentare il possibile danno subito.

Con queste motivazioni il Tar Campania- sede di Napoli n. 19/2022 ha dichiarato irricevibile il ricorso di alcuni confinanti di un suolo di un proprietario su cui insisteva un fabbricato oggetto di demo-ricostruzione con incremento volumetrico, assentito dal Comune con permesso di costruire.

Il ricorso veniva presentato al Tar a distanza di oltre un anno dall'inizio dei lavori e dalla coeva apposizione del cartello di cantiere.

Il Tar napoletano ha evidenziato che, ai fini del ricorso giurisdizionale in ambito edilizio, il termine per l'impugnazione non decorre dalla conoscenza integrale del provvedimento autorizzativo rilasciato dal Comune, comprensiva di tutti gli atti endo-procedimentali i cui vizi- per invalidità derivata- possono ripercuotersi sullo stesso.

É invece sufficiente la percezione della lesività dell'atto autorizzativo e dei profili che ne rendono evidente la compromissione della propria sfera giuridica, concretizzando così l'attualità dell'interesse a ricorrere che costituisce, insieme alla titolarità della situazione giuridica azionata e alla legittimatio ad causam, una delle tre condizioni dell'azione richiesta dall'attuale giurisprudenza amministrativa ai fini dell'ammissibilità del ricorso giurisdizionale.

Nel caso di specie, il cartello di cantiere apposto era persino munito di rendering, cioè della rappresentazione grafica e fotografica del nuovo fabbricato, che avrebbe potuto già allertare il confinante ed ingenerare in quest'ultimo la percezione della possibile lesività dell'intervento.

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