Lazio, Inu contro il Ddl urbanistico: norme derogatorie, è un nuovo piano casa
Uno studio a cura dell’Istituto nazionale di urbanistica regionale segnala i rischi e la «filosofia da condono edilizio» del testo all’esame del Consiglio
La proposta di legge n.171 che il Consiglio regionale del Lazio ha iniziato a discutere il 20 gennaio «aumenta gli incentivi volumetrici per gli interventi diretti dal 20% al 30% nelle abitazioni e dal 10% al 20% negli edifici produttivi; e li ammette anche nei comuni sprovvisti di Prg». Inoltre, «per i programmi di rigenerazione urbana, agisce solo incrementando gli incentivi volumetrici - dal 35% al 60% - e riduce ad “eventuale” la quota di edilizia residenziale pubblica». Lo segnala l’Inu, Istituto nazionale di urbanistica in un documento redatto da un gruppo di lavoro guidato da Lucio Contardi, con il quale si esprime anche preoccupazione per «l’evidente intento di trasformare la legge sulla rigenerazione urbana in un nuovo “piano casa”». Ma in realtà, spiega l’Inu la proposta di legge va anche oltre: «le varianti urbanistiche relative alla liberalizzazione dei cambi di destinazione d’uso e al miglioramento sismico ed energetico, che nella legge attuale sono di competenza esclusiva dei comuni, nella proposta di legge entrerebbero automaticamente in vigore in caso di inerzia del comune nel “recepimento” delle varianti proposte dalla legge regionale». Secondo gli urbanisti si realizza «l’espropriazione del potere pianificatorio dei comuni, sottratto dunque all’ente di prossimità e quindi alla valutazione nel merito delle specificità territoriali».
«Nella direzione di una filosofia da “condono edilizio” - si legge nel documento dell’Inu - vanno le modifiche alla L.R. 13/2009 relativa al recupero a fini abitativi e turistico-ricettivi dei sottotetti esistenti, che spostano al 31.12.2023 la data entro la quale dovevano essere stati realizzati i sottotetti (quali volumi tecnici) per essere ammessi a tali trasformazioni e, d’altra parte, estendono questa possibilità anche nei centri storici». Non solo. «La stessa filosofia pervade anche le modifiche alla L.R. 38/1999, nella parte relativa all’edificazione in zona agricola: i Piani di Utilizzazione Aziendale, che nella legge attuale identificano gli obiettivi di miglioramento dell’attività agricola cui è condizionata la nuova edificazione, nella proposta di modifica legislativa possono assumere il valore di sanatoria degli edifici agricoli già realizzati abusivamente; d’altra parte la proposta di legge ammette anche, per le abitazioni (non agricole) già realizzate in zona agricola, l’ulteriore realizzazione di accessori (piscine, porticati, tettoie, balconi e box per cavalli), perseguendo e completando così l’edificazione in contrasto con il piano».
La preoccupazione riguarda appunto «le norme derogatorie in campo edilizio che la Regione Lazio sta proponendo quale “rigenerazione urbana”, con l’alibi del “contenimento del consumo di suolo”». Secondo gli urbanisti, «per promuovere una nuova stagione urbanistica orientata alla rigenerazione delle città e dei loro tessuti più degradati servirebbe una nuova legge urbanistica regionale che, sul modello della legge di principi proposta dall’Inu, indirizzi il governo del territorio verso strategie di sostenibilità e promuova strumenti di pianificazione più agili, orientati al principio di coerenza (anziché di conformità) con gli obiettivi di rigenerazione». Gli urbanisti ricordano che la legge sul governo del territorio della regione risale al 1999 (legge n.38/1999). Una norma «spesso criticata per la sua rigidità - riconosce l’Inu - mentre le altre regioni italiane negli ultimi 30 anni hanno sviluppato leggi urbanistiche di seconda e terza generazione, più aderenti alle necessità del territorio»: «occorre colmare questo gap che penalizza il territorio regionale».