Superbonus, sblocco crediti entro 2-3 mesi o sfumano cantieri per oltre 2 miliardi di compensi professionali
Il report dell'associazione delle società di ingegneria: l'agevolazione è diventata un boomerang, rischi per famiglie, imprese e progettisti. Bene il «modello Sardegna» per salvare gli interventi
(articolo aggiornato alle ore 15:40)
Ci sono cantieri per due miliardi di euro ancora da avviare che rischiano di non aprire mai, trasformandosi in una perdita per tutti: famiglie, imprese e professionisti. Le imprese e le famiglie perdono l'opportunità, ma i progettisti potrebbero non vedere mai i compensi per il lavoro fatto, per un ammontare stimato in oltre 2 miliardi. A cercare di quantificare il contraccolpo del superbonus è l'Oice. In un breve report appena pubblicato - realizzato dal gruppo di lavoro sul superbonus guidato da Fabio Tonelli - l'associazione delle società di ingegneria ipotizza le conseguenze derivanti dall'attuale blocco della cessione dei crediti. Blocco che ha già trasformato la misura fiscale in una trappola. «Il superbonus - dichiara senza mezzi termini il presidente dell'Oice Giorgio Lupoi - è ormai diventato un boomerang, in particolare per i proprietari di case, mondo professionale e piccole imprese del centro Italia, sud e isole, con cassetti fiscali pieni e crediti bloccati, contratti insostenibili, cantieri sospesi e imprese costrette a licenziare».
Due-tre mesi di tempo per salvare i cantieri
L'associazione si unisce al coro degli operatori che chiedono un intervento risolutivo e urgente. «Ad oggi - si spiega - maggiormente penalizzati sono molti proprietari di edifici che hanno iniziato gli interventi e si troveranno a non vederli realizzati o completati, il settore professionale che si troverà a perdere i compensi per le progettazioni svolte di parte degli interventi in corso e di tutti quelli da avviare - solamente per gli interventi i cui lavori sono ancora da iniziare, si stima una perdita ben superiore ai 2 miliardi di euro - e le piccole e piccolissime imprese che per lo più si trovano prive di ogni assistenza e considerazione da parte del sistema bancario». Ma, soprattutto, la soluzione deve essere rapida, perché il tempo per salvare il salvabile si sta esaurendo. «I tempi per sbloccare la situazione - si legge nel breve report - risultano strettissimi: tra due o tre mesi infatti, anche se si concretizzasse lo sblocco degli acquisti di crediti, gli interventi programmati non potranno comunque essere eseguiti per mancanza dei necessari tempi d'esecuzione lavori».
Alto gradimento nelle regioni del Centro-Sud
I numeri elaborati dall'Oice a partire dai dati Enea rivelano un'adesione ampia e significativa ed eccezionale nei territori del Centro Sud del Paese, se si considera il rapporto tra somme investite e numero di abitanti. In particolare l'Oice punta il dito sulla perfomance dell'Abruzzo, che - se si guarda al dato sul consumo pro capite di fondi - occupa il primo posto della classifica nazionale, con 1.673,61 euro per abitante, seguita da Basilicata (1.642,32 euro/abitante), Valle d'Aosta (1.626,29 euro/abitante), Molise (1.413,78 euro/abitante), Umbria (1.284,20 euro/abitante) e Sardegna (1.255,96 euro/abitante). In questa classifica le regioni più grandi si trovano più in basso: Veneto (settimo posto), Emilia Romagna (ottavo posto), Lombardia (tredicesimo), Piemonte (quindicesimo) e Lazio (sedicesimo posto).
Il modello Sardegna
Il report segnala anche una contromisura che a livello regionale potrebbe evitare le conseguenze negative causate dal blocco della cessione dei crediti. In particolare viene segnalata l'iniziativa dalla Regione Sardegna - attuata tramite la finanziaria regionale Sfirs - «che sta effettuando una massiccia iniezione di liquidità sul proprio territorio per sostenere famiglie e imprese alle prese con la misura del Superbonus e favorire la competitività di quest'ultime e la loro capacità di investimento». La Regione ha attualmente in istruttoria per la liquidazione di crediti di imposta per 250 milioni di euro. «Questa, lodevole e lungimirante iniziativa - sottolinea l'Oice - è senza dubbio quanto mai utile ed è auspicabile che altri soggetti, pubblici e partecipati, seguano la strada tracciata dalla Regione Sardegna, ottenendo un beneficio per le proprie casse, dando indubbi benefici all'economia locale e nazionale, ai proprietari di case e all'ambiente».