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Via alle misure anti-spopolamento in Sardegna: bonus bebè nei comuni con meno di 3mila abitanti

Assegno di 600 euro al mese per il primo figlio, nato, adottato o in affido preadottivo nel 2023, e 400 per ogni figlio successivo al primo

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di Davide Madeddu

Al via le misure della Sardegna per sostenere le famiglie che crescono, nei comuni con meno di tremila abitanti. Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato le linee guida con i criteri e le modalità per la concessione degli assegni mensili per ogni nuovo figlio nato, adottato o in affido preadottivo nel 2023 e negli anni successivi, a favore dei nuclei familiari che risiedono o trasferiscono la residenza nei comuni sardi con popolazione inferiore a 3mila abitanti. Si prevede un assegno di 600 euro al mese per il primo figlio, nato, adottato o in affido preadottivo nel 2023, e 400 per ogni figlio successivo al primo. Tutto a prescindere dall'Isee del nucleo familiare, la stessa somma dunque sarà destinata a famiglie ricche e meno ricche.

«Questa disposizione, assieme ad altre previste dalla legge di stabilità - fanno sapere dalla Regione - ha come obiettivo quello di concorrere ad arginare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli comuni al di sotto dei 3.000 abitanti, che risulta sempre più grave, se si considera che anche nel 2023 la Sardegna vanta il triste primato di avere registrato a inizio anno il dato più basso di nuovi nati tra le regioni italiane: 4,9 ogni mille abitanti contro una media nazionale di 6,7».

Per il 2023 la Regione ha previsto lo stanziamento 20.350.000 euro. Quanto al funzionamento, è presto spiegato. La titolarità è in capo al Comune. «L'ente locale dovrà pubblicare un avviso, di cui dovrà assicurare la massima diffusione - si legge nelle linee guida -; l'avviso può anche essere pubblicato prima dell'adozione delle presenti linee guida, e comunque non oltre 30 giorni dalla pubblicazione della deliberazione di approvazione delle presenti linee guida».

L'avviso, finalizzato a consentire agli aventi diritto di presentare la domanda per l'accesso al contributo, deve essere corredato da un modello di domanda, resa sotto forma di dichiarazione, ai sensi degli artt. 46 e 47 del Dpr n. 445/2000, con le responsabilità penali di cui agli artt. 75 e 76 in caso di dichiarazioni mendaci. Tra gli altri requisiti richiesti, avere residenza nel Comune, titolarità di un immobile, sia di proprietà sia con contratto di locazione.«I comuni - concludono le linee guida - curano l'istruttoria delle domande e la verifica delle dichiarazioni, secondo le norme vigenti in materia».

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