Appalti

Autostrade/1. Tariffe ridotte, indennizzi tagliati e subentri Anas

di Giorgio Santilli

Scontro aperto in Consiglio dei ministri sulla guerra del governo alle concessionarie autostradali. Due norme inserite nello schema del decreto legge milleproroghe per rendere possibili le revisioni e ridurre il costo per lo Stato delle revoche delle concessioni hanno avuto il no netto dei ministri renziani che hanno chiesto di mettere a verbale la loro contrarietà. Uno strappo non facile da ricucire: il risultato è che il decreto legge è stato approvato «salvo intese» e proprio le norme sulle concessioni dovranno essere riviste prima del via libera finale. Stallo in Cdm, sempre sul decreto milleproroghe, anche sul piano innovazione del governo, per il ruolo giocato da Davide Casaleggio, secondo il Pd in evidente posizione di conflitto di interessi (si veda l'articolo in pagina). I due articoli sulle concessionarie entrati nella bozza di Milleproroghe pongono le condizioni rispettivamente per la revisione e per la revoca delle attuali concessioni. Hanno scatenato la reazione dell'Aiscat (si veda l'articolo in pagina). Il primo articolo (articolo 13, comma terzo) c'era nel testo già da alcuni giorni (anticipato dal Sole 24 Ore del 20 dicembre): azzera gli aumenti tariffari previsti se il concessionario non accetta una revisione della convenzione sulla base del metodo tariffario definito dall'Autorità di regolazione dei trasporti.

La tariffa unica dell'Art presenta due novità: "premia" solo gli investimenti in opere effettivamente realizzate e collaudate; introduce un price cap che nel calcolo della tariffa sottrae all'inflazione programmata una X di produttività. Su questo metodo ci sono già ricorsi dei concessionari al Tar e la norma di legge aiuta a superarli (salvo eventuale giudizio di incostituzionalità della legge stessa). Il secondo articolo (numero 33) è la vera sorpresa si ieri. Un blitz che può essere certamente interpretato come una precondizione per andare poi alla revoca di alcune concessioni (sotto i riflettori è, come al solito, soprattutto Aspi). La norma prevede il subentro dell'Anas in caso di revoca e un drastico taglio agli indennizzi. Va detto subito che - soprattutto con riferimento alla norma sull'Anas - il ministero delle Infrastrutture ha dato ieri una interpretazione riduttiva della norma, sostenendo che serve soltanto a sbloccare due arterie autostradali da tempo ferme: la Tirrenica e la Ragusa-Catania, entrambe destinate a tornare nella competenza Anas. Si nega nettamente, quindi, che la norma preluda a una nazionalizzazione generalizzata. Più dubbi lasciano però le norme sul taglio degli indennizzi che in ogni caso sono «inserite di diritto nei contratti e nelle concessioni autostradali, anche in quelle già in corso di esecuzione alla data del presente decreto legge». Si fanno due casi nell'articolo 33.

Il primo è il caso in cui l'estinzione non derivi da inadempimento del concessionario: si riconosce al concessionario uscente «in luogo di quanto previsto da eventuali disposizioni convenzionali, il solo valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti ovvero, nel caso in cui le opere non abbiano superato la fase di collaudo, i soli costi effettivamente sostenuti i soli costi effettivamente sostenuti, nonché le penali e gli altri costi sostenuti o da sostenere in conseguenza dell'estinzione del rapporto concessorio». Delle disposizioni convenzionali in essere si salvano quelle che non prevedono alcun indennizzo. Nel caso in cui l'estinzione della concessioni derivi da inadempimento del concessionario, invece, «dal valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti è detratto quanto il concessionario è tenuto a pagare per il risarcimento dei danni derivati dal suo inadempimento». Inoltre, qualora il concessionario debba incassare una somma (perché il risultato resta positivo) quel valore «è indisponibile» da parte del concessionario «fino al completo soddisfacimento dei crediti risarcitori accertati in giudizio». Infine, «l'efficacia del provvedimento di revoca, decadenza o risoluzione della concessione non è sottoposta alla condizione del pagamento da parte dell'amministrazione concedente delle somme previste».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©