Il CommentoUrbanistica

Ponte sullo Stretto di Messina, il governo riapre il cantiere «cartaceo»

Al Mit una commissione ad hoc sta valutando le opzioni per il collegamento: tunnel o ponte

di Massimo Frontera

A circa un mese dall'annuncio del premier Giuseppe Conte sulla possibilità di unire Sicilia e Calabria attraverso un collegamento anche di tipo sottomarino, arriva la notizia, riferita ieri, 2 settembre, dalla ministra alle Infrastrutture Paola De Micheli, della prima riunione tecnica al Mit di una commissione che sta valutando la migliore opzione per realizzare l'infrastruttura. Le scelte sul tavolo sarebbero un ponte, un tunnel sottomarino o addirittura un tunnel collocato al di sotto del fondo marino.

È evidente che le due varianti del tunnel - poggiato sul fondo marino o scavato sotto il fondale - sono fantascientifiche, non perché siano tecnicamente impossibili da realizzare ma perché rappresentano una sfida tecnica e geologica molto più audace rispetto all'ultimo tentativo - fallito - di realizzare il collegamento attraverso una soluzione di superficie. Il lavoro della commissione servirà solo a concludere che l'unica opzione percorribile - e ottimale sotto il profilo del rapporto costi/prestazioni - resta quella del ponte. Un giro un po' largo per arrivare a dire che - se veramente si vuole unire fisicamente la Sicilia al resto d'Italia - non c'è altra possibilità che tornare alla casella di partenza di un gioco dell'oca già praticato da varie generazioni.

Ponte o tunnel: ecco chi sono i tecnici della Commissione che sceglierà la migliore opzione

In questa prospettiva, la relazione della commissione tecnica sarà il primo "germoglio" a spuntare nel cantiere di questa opera mitologica. Un cantiere ovviamente cartaceo, come cartacea è stata la dimensione dell'ultimo tentativo di realizzarlo. Tentativo rilanciato audacemente dal governo Berlusconi-bis (2003), che ha prodotto il bando di gara (2004), una aggiudicazione (2005) al consorzio Eurolink (con Salini-Impregilo, oltre a Condotte, Cmc, alla spagnola Sacyr e alla giapponese Ihi), un progetto definitivo (2010), una caducazione ex-lege del contratto con l'aggiudicatario (2012) con conseguente avvio di un contenzioso milionario e, infine, la liquidazione della società Stretto di Messina (2013). Difficile riuscire a fare meglio di così, salvo che - ovviamente - non ci sia la convinzione di riuscire a realizzarlo veramente, il Ponte di Messina: stradale, ferroviario e ciclabile. E magari anche il tunnel.