Urbanistica

Porto di Trieste, Ferrovie dello Stato avvia investimenti per 112 milioni

Nuovo fascio di binari, collegamento alla nuova piattaforma logistica e potenziamento del retroporto

di Marco Morino

Un nuovo fascio di binari, il collegamento alla nuova piattaforma logistica e l’aumento della potenzialità dell’infrastruttura retroportuale sono i principali interventi con cui il Gruppo Fs ha avviato, lo scorso 26 marzo, il riassetto della stazione di Trieste Campo Marzio, ovvero lo scalo ferroviario al servizio del bacino portuale. Lo annuncia il Gruppo Fs in una nota pubblicata su «Fs news», la testata online del Gruppo. L’investimento di 112 milioni di euro da parte di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) conferma l’obiettivo del Gruppo Fs di aumentare il traffico merci nel porto di Trieste.

Lo scalo è tra i principali porti dell’Adriatico, nonché una delle realtà logistiche più significative nel panorama italiano. Importante snodo per i flussi dell’interscambio terra-mare che interessano il dinamico mercato del Centro ed Est Europa, è inserito quale hub strategico nei corridoi merci Baltico-Adriatico e Mediterraneo. Il porto di Trieste ha registrato negli anni scorsi uno degli incrementi più alti in Italia per il traffico di merci, mantenendo la sua forte vocazione verso il sistema di trasporto ferroviario.

In particolare, per tale modalità, si è passati da circa 6mila treni annui nel 2015 ai circa 10mila del 2020, quasi raddoppiando i suoi volumi nel corso degli ultimi 5 anni (per volumi ferroviari è uno dei primi scali in Italia). Le prospettive di sviluppo appaiono ancora molto importanti, con una ipotesi di crescita in termini di treni annui pari al 50% al 2030.

Gli interventi

Il nuovo fascio di binari sulle aste “Parenzane”, collocate tra la Riva Traiana e il museo ferroviario della Fondazione Fs e l’attivazione di un secondo binario per il porto, consentono da subito lo snellimento delle manovre in ingresso e uscita dai moli, riducendone tempi e costi, a tutto vantaggio degli operatori. L’attenzione verso gli operatori del porto è confermata dall’attivazione del raccordo ferroviario della nuova piattaforma logistica. Riprendendo infatti la linea storica che portava a Servola e attraversando lo Scalo legnami, con un investimento di un milione e mezzo di euro, si è concretizzato un moderno sistema di terminalizzazione che, con l’elettrificazione dei binari, sarà anche un riferimento per i futuri raccordi ferroviari allacciati all’infrastruttura nazionale.

Ma non è tutto, perché la stazione di Trieste Campo Marzio, al termine dei lavori, potrà ricevere treni lunghi fino a 750 metri. Uno standard europeo che vede Rfi aver già adeguato in Friuli Venezia Giulia le stazioni di Pontebba, Tarvisio, Carnia, Tarcento, Gorizia e Monfalcone. Nei prossimi anni, oltre a Campo Marzio – che stanti le attuali stime di crescita verrà confermato primo scalo merci italiano per numero di treni – toccherà a Villa Opicina, Palmanova e Cervignano Smistamento.

L’asse con Pordenone

Intanto, nei giorni scorsi, è stato inaugurato il primo collegamento su rotaia tra l’interporto di Pordenone e il porto di Trieste. Lo shuttle ferroviario fa parte di un più ampio accordo tra le due realtà, finalizzato alla creazione di una vera e propria piattaforma logistica regionale, a partire dallo scalo giuliano, e nasce dalla necessità di alleggerire la linea ferroviaria Pontebbana, a rischio saturazione.

I vertici dell’interporto Pordenone si sono dunque attivati con Rfi, Mise (ministero dello Sviluppo economico) e Regione Friuli Venezia Giulia per promuovere il potenziamento della linea ad alta capacità. Il nuovo collegamento di andata e ritorno tra Trieste e Pordenone, organizzato da Medlog e Medway (controllate di Msc) va ad aumentare il numero delle tratte ferroviarie che collegano alcuni tra i principali porti continentali e il numero di treni settimanali operativi nello scalo ferroviario pordenonese, che ha raggiunto, in breve tempo, quota 50 convogli settimanali.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©