Fisco e contabilità

Revisori, sorteggio o non sorteggio? Questo è il problema

di Raffaele Adinolfi (*) Rubrica a cura di Ancrel

Le recenti vicende che hanno coinvolto i vertici della magistratura hanno portato il tema della nomina a sorteggio dei membri del Csm al centro del dibattito sulla riforma della giustizia. Può il ricorso alla dea bendata garantire all'organo di autogoverno della magistratura l'indipendenza, l'autonomia e la rappresentatività sottraendolo alle derive correntizie che già nel 2005 Ciampi criticava sottolineandone, con un linguaggio elegante ed istituzionalmente corretto, le inefficienze?

È una buona domanda, neanche troppo amletica. E un'associazione professionale che da quasi un decennio convive e sostiene la validità della nomina a sorteggio può forse offrire qualche utile spunto di riflessione, fermo restando che gli organi di revisione degli enti locali non sono paragonabili per ruolo e funzioni con il massimo organismo di autogoverno della magistratura.

Come è noto, la logica del sorteggio fu introdotta con il Dl 138/2011 e attuata con il successivo decreto del ministero dell'Interno 23/2012 che ha approvato il regolamento che disciplina l'elenco dei revisori. È sufficiente una rapida lettura degli atti parlamentari di quel periodo per comprendere che la scelta fu dettata dalla necessità di superare la fallimentare esperienza della nomina politica che aveva generato spesso un inestricabile intreccio controllore-controllato. Una situazione di conflitto di interesse che in alcuni casi aveva ridotto il ruolo del controllo alla quasi totale irrilevanza tanto che, non di rado, il costo dei revisori veniva considerato alla stregua dei cosiddetti «costi della politica»: uno spreco da ridurre.

Dal 2012 a oggi lo scenario è profondamente cambiato. L'indipendenza e l'autonomia garantita dal sorteggio, l'attribuzione di funzioni di controllo maggiori, gli obblighi di formazione professionale, la crescente sinergia tra revisori e Corte dei conti hanno profondamente e positivamente inciso sulla consapevolezza e professionalità degli organi di controllo e, di riflesso, sul conseguimento dell'interesse pubblico. L'organo di revisione è diventato perno fondamentale del sistema dei controlli degli enti locali. Certo, il meccanismo poteva essere perfezionato. E infatti erano in corso di approvazione modifiche migliorative al regolamento del 2012 che preservavano il meccanismo del sorteggio, ormai consolidato e condiviso dalle parti interessate. E invece è giunta l'improvvisa, quanto improvvida, marcia indietro del legislatore che in sede di conversione del Decreto fiscale 124/2019, senza alcun percorso di condivisione con le associazioni di categoria, ha introdotto l'articolo 57-ter, che affida ai consigli comunali la nomina del presidente dell'organo collegiale (previsto per i Comuni con più di 15.000 abitanti). Un giro all'indietro delle lancette dell'orologio inserito per depotenziare l'indipendenza dell'organo di controllo che, nei primi mesi di applicazione, sembra stia conseguendo l'obiettivo di affievolirne l'efficacia.

A nulla finora sono valse le petizioni e le pressioni dei revisori, ma oggi, in un momento in cui si ipotizza il ricorso al sorteggio per le nomine di autogoverno di un potere dello Stato, la magistratura, appare davvero anacronistico e grave il ritorno alla nomina politica degli organi di revisione degli enti locali. Per questo auspichiamo che al più presto siano intraprese iniziative legislative finalizzate all'abrogazione dell'articolo 57-ter. Non una difesa di interessi corporativi, ma una difesa dell'interesse pubblico al controllo economico e finanziario, che solo l'autonomia, l'indipendenza e la professionalità dei controllori possono garantire.

«Sed quies custodiet ipsos custodiet?»: chi custodirà i custodi, si domandava un autore di satire come Giovenale, sbeffeggiando Platone. Il sorteggio, gli si può rispondere, poiché il regresso all'infinito di custode in custode, come in un racconto di Kafka, non è possibile, e neppure mettere gli organismi di revisione e controllo sotto custodia della politica.

(*) Presidente Ancrel Salerno

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©