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Ferrovie, l'Agenzia nazionale per la sicurezza avvia la vigilanza sulle «ex concesse»

di G.La.

Treni più lenti, divieto di movimenti contemporanei in stazione, potenziamento della sicurezza sui passaggi a livello. L'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria avvia in maniera operativa la sua vigilanza sulle ex concesse. È questa la sostanza della nota 9956 del 2016, firmata dal direttore dell'Ansf Amedeo Gargiulo, con la quale vengono date le prime indicazioni sulle misure da prendere per migliorare la sicurezza dei servizi.

Il provvedimento si distingue in due blocchi. Una parte riguarda gli obiettivi di lungo periodo, che puntano ad allineare gli standard delle ex concesse ai livelli di Rfi. Mentre un'altra sezione, di immediata applicazione, sta impattando già sulle attività di questi giorni: alcune misure andranno, infatti, utilizzate a partire dalle prossime settimane.

La manovra fa seguito alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto del Mit datato 5 agosto 2016. Con quel provvedimento, sono transitate nello spazio ferroviario europeo e, quindi, sotto l'ombrello dell'Ansf 41 tratte sulle quali, attualmente, lavorano 12 gestori in 10 diverse regioni: Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Campania e Puglia. Negli elenchi, tra le altre cose, compare anche la Bari-Barletta, affidata a Ferrotramviaria spa, protagonista dell'incidente di metà luglio.

La delibera, in sostanza, comincia a spiegare alle aziende cosa dovranno fare nella pratica. Partendo dal fatto che la prima priorità è «effettuare la separazione tra gestore dell'infrastrutture e imprese ferroviarie». Poi, «dotarsi di un sistema di gestione della sicurezza, acquisire le autorizzazioni e certificazioni di sicurezza e attuare il monitoraggio dei propri processi connessi alla sicurezza dell'esercizio».

In prospettiva, quindi, l'obiettivo è di farle adeguare alle normative di settore, sia nazionali che internazionali. Con una priorità: l'allineamento degli standard di sicurezza al livello della rete gestita da Rfi.

Nelle more di questo processo, l'Autorità individua alcune misure da adottare nell'immediato, per ottenere un impatto rapido sui livelli di sicurezza. Gli ambiti sui quali agire sono undici. E, per ciascuno di essi, vengono individuate delle misure minime. Tra queste, le più rilevanti sono: il divieto di movimenti contemporanei in stazione, l'obbligo di fermata dei treni in tutte le stazioni, incluse quelle di passaggio, la circolazione di non più di un treno all'ora per ciascun senso di marcia, il controllo degli incroci da parte del personale dei treni.

Ancora, si parla di un tetto massimo per la velocità dei treni pari a 80 chilometri orari o di 50 chilometri orari nei casi di assenza della protezione del sistema, di potenziamento delle misure di sicurezza in corrispondenza dei passaggi a livello, di presenza di personale lungo la linea che accerti la regolarità del treno al passaggio, di adozione di metodi efficaci di tracciatura degli interventi manutentivi e di analisi sistematica dei dati. Il processo, comunque, non finisce qui: entro un mese tutte le società dovranno rispondere alla delibera, spiegando in maniera puntuale quali sono le azioni che hanno intrapreso.

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