Urbanistica

Giovannini: «Direttiva Draghi irreversibile: le infrastrutture saranno green»

Il ministro: l'atto di indirizzo va nella direzione dell'Europa, sostenibilità al centro dei programmi degli investimenti

di Giorgio Santilli

«Irreversibile». È il termine che usa il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, per definire la svolta green impressa all'attività di governo dalla direttiva Draghi sull'attività del Cipess, il comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (si veda Il Sole 24 Ore del 18 gennaio). Con quell'atto di indirizzo, rivolto a tutte le amministrazioni, il presidente del Consiglio indica che i progetti e i piani di investimento pubblici all'esame del comitato interministeriale dovranno essere orientati alla sostenibilità e, a tal fine, dovranno rispondere a parametri puntuali e misurabili lungo l'intero percorso di programmazione, progettazione e autorizzazione.

«Irreversibile - spiega Giovannini al Sole 24 Ore - perché in quella direzione va l'Europa, perché è coerente con Agenda 2030 e con il principio del "Do not significant harm" (non recare danno significativo all'ambiente, ndr) che d'ora in avanti saranno la base per la programmazione dei fondi europei e del Fsc. Il Pnrr è il rodaggio di un metodo che varrà per valutare e selezionare i progetti anche se sarà istituzionalizzato il Next Generation Eu oppure se, parlo a titolo di esempio, si deciderà di scorporare gli investimenti verdi dal deficit». Ora spetterà a una delibera del Cipess definire quali criteri ogni ministero dovrà adottare per valutare le sue proposte nei diversi settori, ha spiegato ieri il direttore del Dipe di Palazzo Chigi, Marco Leonardi, nel corso di un seminario organizzato dal ministero delle Infrastrutture sulla nuova programmazione infrastrutturale integrata come leva per uno sviluppo sostenibile.

Da Palazzo Chigi stanno partendo le lettere ai singoli ministri per indicare come dovranno essere integrati i documenti inviati al comitato per l'approvazione. Al ministero delle Infrastrutture la lettera è già arrivata. «È importante concordare questi contenuti con i ministeri - dice Leonardi - perché dobbiamo capire cosa possono fare senza rallentare le procedure e impedire le istruttorie».Ma per Giovannini «irreversibile» è un percorso più ampio, che è cominciato al Mims ben prima della direttiva Draghi. Visto dal ministero di Porta Pia, la direttiva Draghi non è un fulmine a ciel sereno - come sarà certamente per molti altri ministeri - ma semmai un atto che consolida e rafforza il percorso avviato da Giovannini fin dal momento del suo insediamento. «Oggi si può leggere meglio - dice il ministro - che cosa significasse cambiare nome al ministero, introducendovi la sostenibilità. Non è stato uno slogan ma l'avvio di una politica che sta mettendo in fila numerosi tasselli di un disegno unico».

Il disegno di Giovannini rilancia la cultura della programmazione con una cassetta di attrezzi rinnovata per inglobare la sostenibilità nell'azione di governo. Il seminario di ieri è stata l'occasione per fare il punto e per fare qualche consistente passo avanti. Sono stati ricordati anzitutto i due pilastri che hanno dato sostanza operativa per primi al nuovo corso: le linee guida operative per la valutazione degli investimenti nel settore ferroviario e le linee guida del Consiglio superiore dei lavori pubblici per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica (Pfte). Come ha spiegato Giuseppe Catalano, coordinatore della struttura tecnica di missione del Mims, le linee guida sulle ferrovie saranno lo strumento di base per valutare gli investimenti del prossimo contratto di programma di Rfi 2022-2026, mentre saranno adottate rapidamente analoghe linee guida per altri settori, in particolare strade e trasporto rapido di massa.

Quanto alle linee guida sul Pfte, la previsione al suo interno della relazione di sostenibilità delle opere pubbliche è proprio la principale risposta alle direttive di Palazzo Chigi. Il passo avanti annunciato dal ministro è quello di «un modello di scoring per la definizione e la selezione delle priorità strategiche»: un indice sintetico che consenta di mettere in graduatoria le diverse proposte di investimento. Tenendo però conto di un'ampia articolazione delle valutazioni su quattro ambiti (economiche, ambientali, sociali e istituzionali), in modo da costituire un ausilio anche nel confronto con la politica: ne hanno parlato Davide Ciferri, fresco di nomina come coordinatore della task force per il Pnrr del Mims, e Sauro Macetti, collaboratore del ministro di provenienza Bankitalia.

Giovannini spiega poi che anche la riforma del codice appalti rafforzerà il percorso della nuova programmazione basata sulla sostenibilità. «Dagli emendamenti presentati – dice – non vedo segnali che si voglia andare in direzione diversa». E annuncia che presto il suo disegno sarà arricchito di altri due tasselli: il 4 febbraio presenterà i risultati della commissione Carraro su infrastrutture e cambiamenti climatici e della commissione Pammolli su strumenti finanziari e sostenibilità. Quest'ultima presterà particolare attenzione al rilancio del partenariato pubblico-privato.

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