Urbanistica

Demanio, al via il restyling delle cittadelle giudiziarie in 15 città per un valore di oltre un miliardo

Tra gli interventi di maggior rilievo spicca il Parco della Giustizia di Bari (405 milioni) per il quale è aperto il concorso

di Paola Pierotti

Vercelli, Alessandria, Monza, Bergamo, Rovigo e Bologna e poi scendendo Perugia, Benevento, Napoli, Sassari e in Puglia Foggia, Trani, Bari, Taranto e Lecce.

Queste le 15 tappe della mappa dei nuovi parchi della giustizia italiani, oggetto di altrettante convenzioni stipulate tra l’agenzia del Demanio e il ministero della Giustizia per la realizzazione di interventi di edilizia giudiziaria: lo scopo è recuperare grandi complessi dismessi in stato di degrado, o edifici già in uso all’amministrazione giudiziaria, che necessitano di interventi di adeguamento o miglioramento sismico e tecnologico. Progetti che avranno un ruolo determinante in termini di rigenerazione per ricucire tessuti urbani interessati, con relativa riqualificazione ambientale e sociale.

L’agenzia avrà la funzione di stazione appaltante per le 15 operazioni; in aggiunta alle altre iniziative già avviate con Giustizia, si raggiunge un importo superiore a un miliardo di euro: sono iniziative finanziate, anche con fondi del Pnrr (circa 29 milioni di euro), ma per lo più con finanziamenti di bilancio del Ministero.

Tra gli interventi di maggior rilievo, spicca il Parco della Giustizia di Bari (405 milioni per un intervento su 90mila mq) per il quale è aperto il concorso di progettazione, ma anche quello di Trani per il quale l’8 aprile l’Agenzia ha raccontato gli esiti di un altro concorso che ha visto vincitore lo studio veneto Demogo per la riqualificazione di Palazzo Carcano (per un complesso di 4.100 mq del Palazzo esistente a cui andranno aggiunti altri 1.050 mq) nel centro cittadino.

La procedura del concorso di progettazione è scelta in via prioritaria dal Demanio che - anticipa - arriveranno nuovi bandi per l’ex caserma Sta.ve.co a sud del centro urbano di Bologna (un intervento da 240 milioni per 47mila mq, e il concorso sarà pubblicato entro l’estate), ma anche per gli ex carceri femminile e maschile il pieno centro storico nella città di Perugia, oltre al Palazzo Capitano del Popolo (nella città umbra è previsto un intervento di sola riqualificazione per 67 milioni di euro complessivi, per un fabbricato di 23mila mq di superficie a cui si aggiungono i 9mila del Palazzo Capitano del Popolo).

Bari e Lecce saranno interventi di nuova costruzione, per Bologna una parte di riqualificazione e una di nuova costruzione, per Foggia ci sarà un ampliamento dell’attuale sede del tribunale. E ancora nelle città di Napoli, Trani e Taranto si dovrà intervenire con una quota di ampliamento e un’altra di riqualificazione. Tutti gli altri interventi sono su fabbricati esistenti: ex carceri, palazzi, ex scuole allievi come nel caso di Benevento o ex conventi come a Bergamo.

I temi di progetto? Recupero del patrimonio, valorizzazione delle emergenze archeologiche come nel caso di Trani, integrazione di altre funzioni anche aperte al pubblico (e da qui l’idea di un nuovo messaggio che passa dalle “cittadelle giudiziarie” ai “parchi” in connessione con la comunità), ma anche la sostenibilità ambientale (con il contenimento dei consumi energetici nell’intero ciclo di vita dell’opera e l’attenzione al monitoraggio e alla manutenzione nel tempo). Non secondario il processo di gestione dei beni dello Stato, che ammonta a 43mila unità, per un valore di 62 miliardi di euro quelli gestiti dal Demanio.

Attenzione quindi al project management e alla digitalizzazione (con esplicito riferimento al Building information modelling) già patrimonio della struttura da qualche anno: ecco che queste 15 operazioni dovranno distinguersi - dicono dal Demanio - anche per la “certezza dei tempi” e per questo si stanno portando avanti diverse azioni in parallelo, come la parte di indagini o di demolizione, contestuale alla gara di progettazione.

Tra le iniziative più attese, oltre a quelle pugliesi con Bari in testa, a cui si unisce Lecce - che avvierà presumibilmente il concorso nel 2023 in un’area confiscata e in dialogo con l’Università, in un sito ad est della città, verso il mare -, c’è Alessandria che punta alla riqualificazione della Caserma Valfrè (17mila mq) in pieno centro e con spazi da restituire alla collettività. Anche Bologna punta sulla rifunzionalizzazione di un’area da anni sotto i riflettori, con edifici vincolati come archeologia industriale, con un ruolo di cerniera tra il centro storico e le colline bolognesi. Perugia farà scuola come intervento di valorizzazione di un ex carcere (tipologia poco adattabile alla destinazione uffici) per il quale sono in corso interlocuzioni con la Soprintendenza per trovare soluzioni di tutela e valorizzazione, pur garantendo il riuso del fabbricato in pieno centro storico.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©