Fisco e contabilità

Pnrr, bilaterali sulle misure prima del Dl di fine mese

Nel decreto la proroga dello scudo erariale. Mini cabina di regia sul codice appalti - Al prossimo vertice la nuova relazione sul Piano

di Barbara Fiammeri e Gianni Trovati

Semplificare, velocizzare, ma anche rimodulare i progetti che non camminano. Correrà lungo queste direttrici la preparazione del decreto Pnrr che il governo porterà in consiglio dei ministri tra la fine di questo mese e l’inizio del prossimo. Agire rapidamente è un imperativo categorico. Entro fine giugno bisogna raggiungere altri 27 obiettivi da cui dipende la quarta rata di 16 miliardi. Ed è quello che ieri ha ripetuto Raffaele Fitto, il ministro per gli Affari europei che ha anche la delega sul Pnrr e i fondi di coesione, durante la Cabina di regia a Palazzo Chigi alla quale ha partecipato un’ampia rappresentanza dei suoi colleghi di governo assieme al presidente delle Regioni, Massimiliano Fedriga, dell’Anci, Antonio Decaro, e dell’Upi Michele De Pascale.

La fase emergenziale si è conclusa, ora bisogna concentrarsi sull’implementazione dei progetti, è il ragionamento emerso nell’incontro. E il decreto è funzionale al risultato. Nel provvedimento, oltre alle misure per snellire ulteriormente i procedimenti autorizzativi degli investimenti e a tagliare i tempi delle valutazioni ambientali (Via e Vas), dovrebbe entrare anche una nuova proroga dello scudo erariale che limita (ora fino al 30 giugno) le contestazioni della Corte dei conti ai soli casi di dolo oppure di «omissione o inerzia» nell’approvazione degli atti. Il meccanismo, avviato dal governo Conte-2, ha già visto una prima proroga da parte del governo Draghi, e nonostante l’opposizione della magistratura contabile è considerato cruciale per non alimentare quella «paura della firma» al centro della riforma dell’abuso d’ufficio.

Il menu di quello che diventerà il terzo decreto Pnrr sarà definito nelle prossime settimane in una serie di bilaterali fra lo stesso Fitto, i colleghi di governo e i rappresentanti degli enti territoriali. Riunioni che avranno l’obiettivo di «verificare e monitorare costantemente tutte le prossime scadenze del Piano, seguendo lo stesso metodo che ha già consentito a questo governo di raggiungere i 55 obiettivi previsti al 31 dicembre 2022». Un metodo ora destinato a orientarsi sempre più verso il tasso di realizzazione effettiva degli investimenti, perché nel tempo gli obiettivi legati alle opere (target) assumono un peso crescente rispetto a quelli che si raggiungono approvando leggi e riforme (milestones). Un primo check up arriverà dalla nuova relazione semestrale al Parlamento, che dovrebbe essere esaminata dalla prossima cabina di regia: lì emergeranno anche i problemi che spingono il governo a voler intervenire sulla governance del Piano, a partire dalla possibilità di sostituire i vertici di alcune unità di missione ministeriali ora blindati fino al 2026. È un altro passaggio di cui si dovrà occupare il decreto sul Pnrr.

Nella riunione di ieri è stata fatta una prima raccolta delle proposte per la semplificazione. Il Viminale ha presentato misure per ridurre i tempi dei controlli antimafia e sulla prevenzione degli incendi. Sul tavolo è finita poi la proposta, presentata dalla ministra per le Riforme Elisabetta Casellati, di concentrare su un’unica sezione del Tar i ricorsi relativi a opere sopra una determinata soglia di valore. Ma l’attenzione si concentra ora su tutta la riforma del Codice appalti, con il decreto legislativo all’esame del Parlamento dopo il primo via libera in consiglio dei ministri: l’idea del governo, spinta in particolare dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, è quella di una «mini cabina di regia» per concordare le modifiche prima dell’approvazione definitiva del testo.

Sotto esame finiscono però anche i progetti che arrancano per varie ragioni, anche in vista di un possibile aggiornamento del Piano su cui è già stato avviato «un proficuo percorso di collaborazione con la commissione Europea» anche per il sostegno aggiuntivo dato da Repower Eu, come sottolinea una nota di Palazzo Chigi. Tra gli interventi in difficoltà ci sono per esempio le colonnine per le ricariche elettriche in autostrada (ieri però il ministero dell’Ambiente ha pubblicato i decreti con le gare per 21mila colonnine in città e superstrade).

Tra i problemi resta ovviamente centrale quello dei rincari. Ieri il Viminale ha diffuso gli elenchi degli enti territoriali a cui è destinata la preassegnazione delle compensazioni dei rincari per i progetti relativi a «medie opere» (M2C4), rigenerazione urbana (M5C2) e Piani urbani integrati (M5C2). Gli enti locali dovranno confermare l’interesse alle somme entro 20 giorni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©