Urbanistica

Finanza di progetto: nel Pnrr ci sono spazi per la collaborazione tra pubblico e privati

Al seminario Dla Piper nodi giuridici e settori. Pizzarotti: semplificare

di Giorgio Santilli

Nel Pnrr ci sono spazi e opportunità per realizzare interventi in partenariato pubblico privato. Il piano varato dal governo non esclude la finanza di progetto e capitali privati aggiuntivi ai 191 miliardi previsti e anzi cita espressamente questa possibilità quando, nelle analisi macroeconomiche di impatto sul Pil, si dice che per prudenza l’apporto di risorse private ulteriori non è stato calcolato. Inoltre, in alcuni settori - come la realizzazione di studentati e la rigenerazione urbana - l’apporto di capitali privati è citata esplicitamente, mentre il ministro dell’Innovazione Colao ha citato espressamente nei giorni scorsi una gara in Ppp per il cloud nazionale. Infine è il disegno di legge sui contratti pubblici a raccomandare, fra i principi di delega, «razionalizzazione, semplificazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico-privato».

Ci ha pensato lo studio legale Dla Piper - con un seminario sul web - a lanciare un tema che finora era rimasto nell’ombra: la possibilità che i privati partecipino, con capitali aggiuntivi e con proposte progettuali, al Pnrr. Molto potranno fare, in questo senso, le normative secondarie, vale a dire le indicazioni che daranno i ministeri sull’attuazione dei singoli piani contenuti nel Pnrr.

Dla Piper ha anche messo a punto un elenco, indicativo, dei settori del Pnrr in cui sarebbe possibile sviluppare forme di Ppp: la digitalizzazione, con il polo strategico nazionale e le connessioni internet veloci; il rinnovo del parco mezzi di trasporto su gomma e il rolling stock; la realizzazione di infrastrutture di trasporto urbano come tram, filovie e funivie; il teleriscaldamento; l’idrogeno; l’efficientamento energetico delle scuole, degli uffici pubblici e dell’edilizia convenzionata; l’efficientamento energetico dei porti (cold ironing); le residenze per studenti universitari; le infrastrutture di ricerca scientifica universitaria; la sanità, con case e ospedali della comunità, adeguamento sismico e attrezzature tecnologiche.

Anche se difficoltà normative e interpretative non mancano - per esempio il vincolo normativo del 49% al settore pubblico, la durata dei progetti Pnrr limitata al 2026 e l’applicabilità del canone di disponibilità, soluzioni possono essere trovate e i fondi nazionali aggiuntivi (Fondo nazionale complementare) possono aiutare.

Per il vicepresidente Ance, Michele Pizzarotti, «il Ppp all’interno del Pnrr può funzionare soprattutto in ambito ospedaliero, ma il settore continua a scontare un quadro giuridico a monte che non aiuta, come nel caso delle autostrade: servono semplificazioni e l’utilizzo di società pubbliche, come Cdp e Sace, a sostegno delle imprese sul fronte delle garanzie».

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