Emilia Romagna, grandi opere vicine alla svolta: i primi cantieri dal 2023-2024
I prossimi anni potrebbero risultare decisivi per i maxi progetti che la regione aspetta da molto tempo: passante di Bologna, bretella Campogalliano-Sassuolo, autostrada Cispadana
I prossimi quattro anni potrebbero essere decisivi per le grandi opere infrastrutturali attese da tempo dall'Emilia-Romagna. Dal Passante di Bologna, intervento da 1,5 miliardi per sgravare il nodo del capoluogo regionale, crocevia tra Nord e Sud Italia, alla bretella Campogalliano-Sassuolo, nel Modenese, raccordo di collegamento da mezzo miliardo tra la A22-Autostrada del Brennero e la Pedemontana, al servizio dell'intera area del distretto della ceramica, dove si concentra l'80% della produzione nazionale. Per arrivare alla Cispadana, che collegherà l'A22 con l'A13 Bologna-Padova, tra il casello di Reggiolo (Reggio Emilia) e quello di Ferrara Sud, con un costo di 1,3 miliardi. Tutte opere stradali per le quali i cantieri potrebbero essere inaugurati tra il 2023 (per il Passante) e il 2024 (bretella e Cispadana) come spiega l'assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, Andrea Corsini.
«Questo se tutto procederà come da tabella di marcia», dice Corsini. Poi, spostando l'attenzione verso la Romagna, entro il 2026 dovrà essere completato il maxi-progetto di riqualificazione del porto commerciale di Ravenna, destinato a diventare grande hub portuale dell'Adriatico. «Un intervento da 800 milioni, con fondi legati al Pnrr – precisa Daniele Rossi, presidente dell'Autorità portuale – e destinato a innescare altri 200 milioni di investimenti privati. Era atteso da oltre dieci anni e farà dello scalo romagnolo un porto in linea con le esigenze del trasporto marittimo e terrestre, capace di accogliere navi più grandi con una perfetta interconnessione con strade e rete ferroviaria». Tutte opere che in regione, nel corso degli anni, hanno infiammato scontri politici, conosciuto brusche battute d'arresto, riempito montagne di carte progettuali. Ma che ora appaiono in dirittura d'arrivo. Il passante di Bologna è probabilmente quella che tiene banco da più tempo, dopo l'archiviazione di almeno tre progetti diversi e dopo le richieste di migliorie sul fronte dell'impatto ambientale chieste dal Comune di Bologna.
Il progetto che corre adesso verso l'apertura del cantiere, con un gruppo di lavoro coordinato da Autostrade per l'Italia e costituito dalla società di progettazione Spea Engineering, prevede una piattaforma a tre corsie sia sull'A14 che sulla tangenziale (su quest'ultima quattro nel tratto più carico di traffico), su un tracciato di 13,2 chilometri. Poi una nuova viabilità locale (per 5 chilometri), la riqualificazione di sottopassi e porte di accesso alla città, dieci rotatorie da adeguare o realizzare, il rifacimento di ponti sul fiume Reno e sul fiume Savena. Per la Cispadana (due corsie di 67 chilometri che attraversano 13 comuni, tra Reggio Emilia, Modena e Ferrara) e per la bretella Campogalliano-Sassuolo (15,5 chilometri, che assorbiranno il traffico dei Tir che ruotano intorno al distretto della ceramica) resta ora lo scoglio del rinnovo della concessione a Autostrada del Brennero, che dovrà realizzare le due opere nell'ambito di un piano complessivo di investimenti.
Ma è solo una questione di tempo. «Fino ad ora – spiega Corsini – si è andati avanti con proroghe. Ma la società ha già presentato la propria proposta al Governo che entro settembre dovrà dare una risposta sulla pubblica utilità dell'infrastruttura. Quanto a noi abbiamo cercato di accelerare, anche con un contributo di 100 milioni per la realizzazione della Cispadana».I lavori al porto di Ravenna, i cui fondali dovranno raggiungere una profondità di 14,5 metri, sono invece iniziati. La prima fase dei dragaggi è stata completata, così come tutta la parte autorizzativa relativa alla ristrutturazione di cinque chilometri di banchine.L'intervento prevede anche, per il trasporto merci, due nuove stazioni ferroviarie sul canale Candiano. «Ravenna deve soddisfare le esigenze dell'economia del Nord Italia – dice Rossi -. L'obiettivo è quello di fare del porto un hub di riferimento per i settori industriali delle regioni del Settentrione e del Centro».