Urbanistica

Professioni, le Casse investono nel recupero delle città

In totale immobili per 20 miliardi: meno case e più uffici. Anche Enpam nel fondo Esg di Coima per la rigenerazione urbana

di Paola Pierotti

Le Casse di previdenza dei professionisti scendono in campo per contribuire alla transizione ecologica e sociale delle città italiane investendo nel riuso edilizio e nella rigenerazione urbana. L’ultima novità è l’ingresso di Enpam, l’ente nazionale di previdenza e assistenza di medici e odontoiatri, che segue quello di altre casse professionali, con cento milioni nel fondo Coima Esg City Impact Fund (Cecif) che raggiunge 521 milioni di raccolta, per superare i 600 entro fine 2022

Il patrimonio dei professionisti

Complessivamente ammonta a 20 miliardi il patrimonio di beni reali gestito dai 20 enti di previdenza dei professionisti. I dati li ha riportati Alberto Oliveti, nella doppia veste di presidente di Enpam e Adepp, in occasione dell’appuntamento dedicato a «L’impatto dei real asset nell’attuale contesto economico» promosso da Coima che ha fatto il punto sui nuovi investitori e sulla raccolta del Cecif. «Circa 15 miliardi sono investiti in immobili, tramite Sgr – ha spiegato Oliveti – un terzo è gestito direttamente dalle Casse, un’altra quota ancora è investita in infrastrutture fisiche, sociali e digitali».

Investimenti che diventano più professionali, per dimenticare anche un passato in cui interi portafogli immobiliari hanno reso poco perché gestiti in maniera non adeguata.

I nuovi indirizzi

L’investimento di Enpam testimonia come le casse dei professionisti stiano cambiando strategia, spostando gli investimenti dal mattone (sceso del 10% dal 2013 al 2020) alla finanza immobiliare, guardando con interesse ad operazioni con flussi di cassa consistenti e certi, e dismettendo parte del patrimonio residenziale a basso rendimento o più spesso divenuto un costo.

La Cassa dei commercialisti, notizia di qualche giorno fa, intende dismettere circa 150 milioni di euro di asset di proprietà diretta per poi reinvestirli in fondi immobiliari.

Dal bilancio consuntivo di Cassa forense del 2020, restando nel settore immobiliare, si legge della partecipazione al fondo Coima con una quota di r 50 milioni. Nello stesso anno la cassa degli avvocati ha guardato anche all’estero, investendo in Optimum Real Estate fund Usa II per 21 milioni di euro. Nel 2021, Inarcassa ha selezionato e sottoscritto impegni in fondi domestici per circa 115 milioni e in fondi globali per altri 67.

In Italia la Cassa di architetti e ingegneri ha scelto di investire tra gli altri settori in quello del senior living/Rsa. In tutti i processi di selezione dei nuovi fondi e dei relativi gestori è stata data rilevanza alla adozione ed applicazione delle metodologie e dei criteri Esg (environmental, social e governance) nei processi di gestione dei fondi, soprattutto in ambito ambientale.

«Oggi la fondazione Enpam ha un patrimonio di 26,5 miliardi, investe circa il 24% in area immobiliare e di beni reali (circa 6,5 miliardi). Nel 2021 abbiamo investito mezzo miliardo - precisa - e l’anno prossimo contiamo di raddoppiare, anche grazie ad un processo di dismissione del patrimonio gestito in maniera diretta completato recentemente con una vendita importante». Un processo avviato con la gara del 2019 tra 43 operatori immobiliari italiani e internazionali e proseguito con la vendita la scorsa primavera del portafoglio ad Apollo Global Management (con l’acquisizione di un pacchetto di 68 immobili, da uffici a hotel, da logistica a residenziale, per un controvalore di 842 milioni). Enpam ha dismesso e valorizzato il suo patrimonio per poter re-investire «attraverso uno sviluppo rigenerativo, nel rispetto della storia, delle persone del territorio, e del futuro». Tra l’altro guardando anche oltre i confini: con Antirion Sgr ha investito per esempio a Londra.

La mission

L’investimento nella rigenerazione urbana da parte delle Casse dei professionisti è confermato dai dati dell’ultimo rapporto Adepp che evidenzia come «la maggior parte degli immobili sono ormai detenuti in maniera indiretta attraverso l’investimento in fondi immobiliari».

La componente in fondi immobiliari è infatti passata dai 7,4 miliardi di euro del 2013 ai 15,1 miliardi del 2020. Il 45% degli immobili posseduti è ad uso uffici e solo il 25% è residenziale, con una inversione di tendenza degli ultimi anni a favore di uffici e commerciale, indicativo del tendenziale interesse al rendimento anche nell’ambit

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