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Edilizia scolastica, piano anti-burocrazia in tre step per agevolare i cantieri Pnrr

Allo sblocco di due miliardi annunciato dal ministro Valditara si sommano procedure più snelle, aiuto agli enti locali e un tavolo con il Mit

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di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Governo che vai, piano di edilizia scolastica che trovi. Anche il ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, si è inserito infatti nel solco avviato da Maria Stella Gelmini nel 2008 - in seguito alla tragedia del liceo scientifico Darwin di Rivoli che costò la vita al 17enne Vito Scafidi - annunciando un grande intervento per la messa in sicurezza delle scuole italiane e circa due miliardi di risorse sbloccate, di cui 1,3 "nuovi" come ha sottolineato lo stesso titolare di viale Trastevere. Ma se nove ministri dopo siamo ancora alla presentazione di piani straordinari per i nostri istituti scolastici vuol dire che il meccanismo per la loro riqualificazione/sostituzione da qualche parte è ancora inceppato. E, visti i rilievi mossi la settimana scorsa dalla Corte dei conti al bando Pnrr sugli asili, la questione investe anche la sostanziosa iniezione di liquidità prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Da qui l'intenzione dell'esecutivo di correre ai ripari con una manovra "anti-burocrazia" in tre tempi.

Il primo step porta al decreto Pnrr a cui sta lavorando il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto. Qui dovrebbe finire un pacchetto di norme abilitanti che agevolino le assegnazioni degli enti locali grazie anche a un accordo tipo sulle procedure di gara da elaborare con Invitalia. A questo si aggiungerà un intervento di assistenza e accompagnamento per l'attuazione delle misure previste nel Piano da parte della struttura di missione ministeriale, così da garantire un collegamento migliore tra centro e territorio. Terzo canale il tavolo di semplificazione da istituire con il Mit per rivedere le procedure (con interventi ad esempio su tempi di aggiudicazione e pareri prescritti). Tutto ciò in attesa che il tema più generale del costo dei materiali, lamentato anche dai Comuni e dalle Province, trovi uno spazio nella rielaborazione complessiva del Pnrr a cui aspira l'esecutivo Meloni.

Passando alle risorse, gli oltre due miliardi di euro annunciati di recente da Valditara riguardano interventi di messa in sicurezza, riqualificazione, adeguamento sismico, antincendio, eliminazione delle barriere architettoniche. Oltre 953 milioni dovranno ora essere ripartiti tra le Regioni; 255,5 riguardano 171 interventi per le palestre scolastiche; altri 84,8 milioni (fondi Pon) per ulteriori 266 interventi su mense e palestre. I restanti 710 milioni sono fondi Pnrr già ripartiti per 330 interventi. In tutto, con le risorse stanziate e ripartite, sono stati approvati 767 interventi di messa in sicurezza di altrettanti edifici scolastici. La fetta principale di fondi (263,5 milioni) complessivi è andata in Lombardia, a seguire Campania con 217,7 e Sicilia con 199,5 milioni.

Nonostante una quindicina d'anni di piani straordinari, secondo gli ultimi dati del ministero dell'Istruzione, il 59,2% degli oltre 40mila edifici scolastici attivi non ha il certificato di agibilità. E anche il certificato di collaudo statico è spesso carente: ne è sprovvisto il 42,5% di scuole, poco più di 17mila. Altro punto critico è il certificato di prevenzione incendi, che non è presente nel 57,7% degli istituti (23.199). Si tratta di lacune gravi, capaci di pregiudicare la sicurezza di personale e studenti. Senza considerare il tema dell'antisismica. Una informazione fondamentale specie per un paese come l'Italia a rischio sismico medio-alto in molti territori. Ebbene, gli edifici non "in regola" con la normativa antisismica sono circa 16mila (39,3%), e per altri 18.726 non è disponibile questa informazione (46,6%). Se pensiamo che gran parte delle scuole si trova in territori a rischio sismico 2 o 3 l'emergenza è nei fatti.

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