Imprese

Caro-materiali, decreto Mims esclude il legno: «Cantieri e posti di lavoro a rischio»

Marchetti (Assolegno): se non si trova soluzione effetto domino su tutto il comparto costruzioni

di Mauro Salerno

Un danno per «140 cantieri, 60 milioni di perdita ed esuberi sino a 1.800 unità». Sono le conseguenze negative che il comparto industriale legato al settore dell'edilizia in legno, stima di dove subire qualora il decreto del ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili (Mims) che regolerà la lista dei prodotti oggetto di compensazione in materia di caro materiali all'interno dei bandi pubblici, non contemplasse il legno.

Il decreto ministeriale, che avrebbe dovuto essere emanato entro il 31 ottobre fatica a trovare la strada della Gazzetta Ufficiale. Pesano probabilmente le proteste delle imprese sulla metodologia usata dal ministero per calcolare il rincaro dei prezzi che condurrebbe a valutazioni lontane dalla realtà del mercato. Ma forse ancor di più la consapevolezza che sarebbe un boomerang varare il decreto con le rilevazioni dei prezzi che hanno superato l'8% di aumento nel primo semestre 2021, senza allo stesso tempo varare (con lo stesso provvedimento o con una circolare) le istruzioni per la presentazione delle richieste di compensazione da parte delle imprese che devono avanzare l'istanza nel giro dei 15 giorni dal varo del provvedimento.

Nel frattempo, continuano le proteste da parte delle imprese che rischiano di essere tagliate fuori dal paniere di 56 prodotti preso in considerazione dal Mims. «Se non verrà trovata quanto prima una soluzione, inquadrando con chiarezza la situazione del legname da costruzione all'interno del decreto - attacca Angelo Luigi Marchetti, presidente di Assolegno di FederlegnoArredo, si potrebbe innescare un pericoloso effetto domino su tutto il settore delle costruzioni».

Per Marchetti, che confida comunque in una soluzione positiva, «le perdite potrebbero essere ancora più ampie dato che la situazione riguarderà tutte le opere in cui si prevede l'utilizzo del materiale legno, come ad esempio nella realizzazione di una copertura. Infatti, anche in questo caso la compagine appaltante avrà delle effettive difficoltà di accesso al fondo di compensazione previsto dal governo. E dato che nel 2020 il legno da costruzione ha subito aumenti tra il 180% e 230% sono facilmente intuibili le conseguenze negative sia per la filiera che per la collettività in termini di servizi e infrastrutture non completate».

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