Fisco e contabilità

Fondi Ue 2021-27, verso i prossimi programmi ma intanto l'Italia nel 2007-13 arriva solo al 92,5%

di Giancarlo Terenzi

La commissaria europea per la politica regionale Corinne Creţu, in occasione dell'inaugurazione della settimana europea delle regioni e delle città, ha presentato la sua visione dei programmi futuri della politica di coesione. Innanzitutto, ha ricordato che l'obiettivo è una politica più adeguata ai tempi, focalizzata su quella che sempre da più persone è definita economia circolare: basse emissioni di carbonio, meno burocrazia, semplificazione delle procedure, accelerazione dei processi produttivi e attuativi. Ma per trovarsi pronti ai nastri di partenza del 2021 è necessario che l'implementazione dei programmi inizi già da adesso.
Quattro le direzioni principali suggerite dalla commissaria per aiutare Stati membri e Regioni a iniziare il lavoro di progettazione dei programmi: un Europa più intelligente, più verde a bassa emissione di carbonio, vicina ai cittadini, costruire capacità amministrativa. Per l'ultima direzione la Commissione ha già fornito una serie di strumenti: peer2peer (si veda il Quotidiano degli enti locali e de 30 marzo 2015 - “Politica regionale Ue: nuova piattaforma per lo scambio di competenze”), il piano d'azione per gli appalti pubblici, il piano di azione in materia di aiuti di stato e nel prossimo periodo anche lo strumento di sostegno alla riforma.

Situazione italiana
Chi raccoglierà l'esortazione della commissaria Ue a riflettere sulle proposte della Ce iniziando, senza attendere la formale approvazione dei regolamenti considerato che il fil rouge che unisce un nuovo ciclo di programmazione non viene mai meno, un lavoro di progettazione dei programmi per evitare ritardi nella loro preparazione e quindi nell'avvio?
Certamente nelle intenzioni tutte le realtà nazionali e regionali sono pronte a prendere il testimone, ma nella realtà solo quelle più virtuose possono afferrarlo per svariati motivi. Una consolidata governance dei fondi europei, la mancanza di impegni residuali del ciclo 2007-2013, una navigazione del 2014-2020 senza scossoni e quasi con il pilota automatico, ci fanno dire che, probabilmente, solo queste hanno già iniziato un percorso di avvicinamento all'appuntamento del 2021. Per le altre gli strascichi del 2007-2013, in alcuni casi importanti come per il Pon ricerca, le difficoltà toccate per mano proprio in questi giorni sul 2014-2020, in alcuni casi vere e proprie emergenze, ci fanno ritenere che il 2021-2027 sia lontano dai loro radar se non solo per l'attribuzione delle risorse. E allora perché non immaginare di coinvolgerle questa volta in prima persona, insieme alle strutture centrali nazionali di coordinamento che non hanno certamente brillato in questa programmazione, anche le Regioni mostratesi più virtuose nel tempo? Infine, non ci avventuriamo su nuovi programmi multiregionali dopo la non felice esperienza dei Poin Attrattori e Energia nel 2007-13 e del Pon Metro e in misura minore del Gci nell'attuale ciclo.
La difficile governance già sperimentata sarebbe ancora più difficoltosa per un Pon aree interne oltretutto esteso a tutte le aree montane. Peraltro aspettiamo di conoscere i risultati della strategia delle 72 aree pilota.

Programmazione 2007-2013
Da pochi giorni è disponibile sul sito della Ce (https://cohesiondata.ec.europa.eu/browse) l'aggiornamento al 19 settembre 2018 della percentuale totale dei fondi disponibili erogata dalla Commissione europea per il periodo 2007-2013 basato sul tasso di assorbimento dei fondi Fesr, Fse, Fdc e Cte. Ma non avevamo certificato spese pari al 101% del totale delle risorse? Sembrerebbe, invece, che tutto il certificato al 31 marzo 2017 non è stato poi avallato dalla Ce se il dato di Bruxelles ci vede al terzultimo posto (92,5%), una posizione avanti rispetto al 2014-2020 (penultimo posto) ma lontano 7 punti e mezzo dal completo utilizzo (per la classifica vedi la tabella) e con certamente importanti risorse che, probabilmente, lasceremo sul campo.

Le risorse erogate

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