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Ponti, l'Anas accelera sulle ispezione dei 18mila sovrappassi a rischio

Nel 2021 effettuati 86mila controlli (76.660 del 2020); l'obiettivo è installare una rete di sensori digitali

di Marco Morino

Il 28 ottobre 2016 alle ore 17,20 il cavalcavia della strada statale 36 ad Annone, in provincia di Lecco, cede di colpo. Un insegnante 63enne di Civate, Claudio Bertini, in transito sotto il viadotto a bordo della sua auto, rimane schiacciato e perde la vita. Il crollo del ponte, verrà accertato in seguito, è causato dal transito di un veicolo eccezionale che trasportava coils di ferro. L’opinione pubblica è scioccata e la sicurezza delle infrastrutture, in particolare la qualità di ponti e viadotti della rete stradale e autostradale, finisce sotto accusa. L’Anas, in particolare, è chiamata a fornire delle risposte. Annone non resterà un caso isolato. Ci saranno altri crolli: il più grave quello del ponte Morandi, nel nodo autostradale di Genova, anche se non fu causato dai trasporti eccezionali. Ma appare chiaro che il Paese ha un disperato bisogno di investimenti per migliorare la tenuta delle infrastrutture viarie. Soprattutto quando vengono sollecitate dalle maxi spedizioni.

L’Anas, nel frattempo entrata a far parte del gruppo Fs, diventa il fulcro di questo piano (in tandem con i concessionari autostradali, per le tratte di loro competenza). La rete Anas copre 32mila chilometri di rete stradale e autostradale, con oltre 18mila tra ponti, viadotti e cavalcavia e circa 2mila gallerie. Spiegano fonti della società: «Tutti i manufatti lungo la nostra rete prevedono ispezioni trimestrali e un’ispezione tecnica più approfondita una volta l’anno. Sulla base di questo processo continuo di ispezioni e controlli, viene stilato il piano di interventi di manutenzione ricorrente e programmata. Inoltre, nell’ambito del fondo complementare del valore di 30 miliardi di euro connesso al Pnrr, Anas ha avuto accesso a 275 milioni di euro per strumenti innovativi per la sicurezza delle opere d’arte e il monitoraggio tecnologico. Si tratta - continua Anas - di un importante capitolo di azione che stiamo perseguendo attraverso la cosiddetta manutenzione predittiva, dotando cioè la nostra rete di sensori e sviluppando software in grado di leggere il comportamento dei nostri ponti e viadotti». In pratica, si interviene in anticipo per scongiurare disastri futuri.

Prosegue Anas: «Negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti sul piano della conoscenza approfondita di ponti e viadotti. Abbiamo completamente ristrutturato e standardizzato tutta la filiera delle ispezioni e certificato gli ispettori. Nel 2020 abbiamo condotto 76.600 ispezioni su 17.738 tra ponti, viadotti e sovrappassi. Nel 2021, queste cifre sono ulteriormente cresciute: 85.767 ispezioni su 18.625 ponti». Anche l’impegno finanziario è in crescita: nel 2020 Anas ha investito, in attività di manutenzione programmata di ponti, viadotti e gallerie, circa 800 milioni di euro. Nel 2021 l’investimento in manutenzione ha superato gli 1,1 miliardi di euro.

In questo momento, gli sforzi dell’azienda sono volti a sviluppare sistemi di monitoraggio dinamico per valutare lo stato dell’opera durante l’esercizio, attraverso l’installazione di una rete di sensori sul campo. La strategia è quella di superare la logica dell’intervento episodico o emergenziale grazie a una lettura complessiva dell’infrastruttura e degli eventi che su questa o intorno ad essa si verificano, per intervenire prevenendo le criticità di sicurezza, funzionalità o comfort della rete. La sorveglianza delle infrastrutture svolge quindi un ruolo fondamentale.

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