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Genova, diga foranea e funivia opere simbolo del piano

Il 4 maggio la prima pietra di fronte al porto della LanternaPriorità alla mobilità urbana e al rilancio dei forti e della città ottocentesca

di Raoul de Forcade

Infrastrutture, logistica, mobilità, rigenerazione e riqualificazione urbana, turismo e sanità. Su tutti questi campi Genova punta ad attuare un’imponente rivoluzione, grazie alle risorse provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e al Fondo complementare, per sfruttare le quali la città, coadiuvata dalla Regione, ha messo in campo una notevole quantità di progetti.

Il più imponente di questi, peraltro, è gestito dall’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona ed è la nuova diga foranea del porto della Lanterna. La posa della “prima pietra” dell’opera (in realtà della fase A, che è quella finanziata col Pnrr) avverrà il 4 maggio. In pratica, spiega Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Adsp, «quel giorno inizieremo lo sversamento del materiale che serve per l’imbasamento, cioè quella sorta di piattaforma palificata sulla quale verranno posizionati i 97 cassoni sui cui sorgerà la diga. Abbiamo appaltato (alla compagine composta da Webuild, Fincantieri Infrastructure e Fincosit, ndr) la prima fase dell’opera che ha base di gara 950 milioni, ed è stata aggiudicata, con uno sconto, a 860 milioni circa. Per l’intera diga, peraltro, nella progettazione esecutiva, che è in corso di sviluppo, abbiamo stimato un costo di 1,35 miliardi, con la fase B a Ponente, che dovrà essere appaltata. La parte di Levante, comunque, elimina la strettoia dell’attuale bacino di evoluzione del porto di Genova». Dei 950 milioni della fase A, precisa Signorini, «500 arrivano dal Fondo complementare Pnrr; circa 100 milioni dal ministero delle Infrastrutture; 300 milioni dall’Adsp, di cui 280 circa con un prestito Bei; 57 milioni dalla Regione Liguria». Quanto ai tempi, «finora - dice Signorini - siamo in linea col cronoprogramma: a maggio si inizia; verso settembre comincia la produzione dei cassoni, che saranno, man mano, posizionati; nel 2025 inizierà la demolizione della diga esistente e, a fine 2026, come prevede il Pnrr, pensiamo di aver finito la fase A».

Per quanto riguarda gli interventi gestiti dal Comune di Genova, ne sono stati messi a punto dalla giunta 99 per 370,6 milioni, con risorse relative al Pnrr per i lavori pubblici. Tra questi, gli otto progetti, del valore complessivo di 70,3 milioni, per la riqualificazione, in chiave turistica, degli antichi forti sulle colline di Genova. Piani che comprendono anche la realizzazione, finanziata col Pnrr per 33,7 milioni, della funivia per collegare la stazione di Genova Principe col forte Begato. «La funivia urbana - afferma Pietro Piciocchi, vicesindaco di Genova e assessore ai Lavori pubblici - è fondamentale perché, di fatto, diventa la prima in Italia che viene integrata nel sistema di trasporto pubblico locale. Soprattutto il primo tratto, con la stazione intermedia nel quartiere del Lagaccio, verrà, infatti, utilizzato quotidianamente dai cittadini. L’appalto è stato assegnato a Doppelmayr, che ha realizzato anche la skyway del Monte Bianco». Poi, ricorda ancora Piciocchi, «abbiamo tutta la riqualificazione di Sampierdarena: sono piani urbani integrati per 99,7 milioni». Rilevanti anche i Programmi innovativi per la qualità dell’abitare (27 per complessivi 197,6 milioni) che riguardano, tra l’altro, il centro storico e città ottocentesca (81,5 milioni) e Pra’ (15,6 milioni). E ancora, conclude Piciocchi, «ci sono due progetti molto importanti di mobilità urbana che sono solo parzialmente finanziati dal Pnrr ma che io considero parte del Piano perché sono soggetti all’applicazione della stessa normativa: il progetto dei quattro assi di forza e lo skymetro, una metropolitana di superficie che congiungerà la stazione Brignole con la Val Bisagno. Questi progetti ammontano a circa 1,2 miliardi di euro, che si aggiungono ai 370 precedenti». Il piano quattro assi (Centro, Levante, Ponente e Val Bisagno) punta a migliorare la mobilità urbana di Genova con bus e tram elettrici, corsie riservate e parcheggi d’interscambio. Sono previsti 471 milioni, di cui 173 dal Pnrr. A questo si aggiungono, sempre in quota Pnrr, il completamento della stazione metro di Corvetto (51 milioni), nuovi mezzi elettrici (51,4 milioni), piste ciclopedonali (3,4 milioni) e riqualificazione spazi urbani (un milione), per un totale di 280 milioni del Pnrr.

Per quanto attiene alla Regione, i più rilevanti interventi gestiti sul territorio genovese riguardano rigenerazione urbana, edilizia scolastica e sanità. In tema di rigenerazione, l’ente ha messo a punto un progetto da circa 15 milioni, finanziato col Pnrr, per l’abbattimento di alcuni edifici del quartiere di Begato e la ricollocazione di circa 400 nuclei familiari in nuovi alloggi pubblici. Quanto alle scuole, gli investimenti, finalizzati soprattutto all’adeguamento sismico e alla riqualificazione energetica degli edifici, ammontano a 11,9 milioni per Genova. Riguardo, poi, alla sanità, sono in fase di realizzazione a Genova quattro ospedali di comunità e 14 case di comunità (ambulatori e telemedicina) per potenziare l’offerta territoriale per i cittadini. Su queste strutture sono concentrati 28,4 milioni dal Pnrr. A queste risorse si aggiungono, sempre dal Pnrr, ulteriori 69,6 milioni che andranno alla Asl3 genovese e agli ospedali San Martino, Gaslini e Galliera per il rinnovamento del parco tecnologico e per interventi legati all’antisismica e il progetto per l’ospedale degli Erzelli, che sarà il primo centro nazionale di medicina computazionale. «La Liguria - sottolinea il governatore Giovanni Toti - per le opere in fieri è in linea coi tempi previsti dal Pnrr; ed è pronta, a prendersi in carico almeno altri 500 milioni d’interventi. Se vogliamo che il Pnrr decolli, bisogna chiamare in causa le Regioni che hanno già progetti pronti da finanziare».

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