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Siccità, il piano Utilitalia: servono 6 miliardi l'anno

Così verrebbe recuperata l’acqua piovana e riutilizzata quella depurata. Idroelettrico: con la proroga delle concessioni potrebbe mobilitare 15 miliardi

di Laura Serafini

Per affrontare l'emergenza idrica servirebbero 6 miliardi di investimenti all'anno, con incremento all'anno di 1,3 miliardi rispetto ai 4 miliardi già messi in campo annualmente nel settore delle utility. In questa fase gli interventi sostenuti con i fondi del Pnrr contribuiscono con 700 milioni all'anno agli investimenti fino al 2026. Dopo quell'anno il gap da colmare salirà da 1,3 a 2 miliardi. La stima del fabbisogno è stata calcolata da Utilitalia in un documento preparato in vista dell'evento odierno dal titolo "Siccità: abbiamo un piano?".

Per la prima volta viene eseguita una stima che tiene conto delle iniziative che andrebbero messe in campo per raccogliere l'acqua piovana, riutilizzare quella depurata creando infrastrutture che colleghino le zone con minore disponibilità idrica. Utilitalia ha individuato anche una serie di azioni che andrebbero fatte per accelerare la pianificazione e la realizzazione degli investimenti: otto proposte concrete per favorire l'adattamento infrastrutturale delle reti idriche, suddivise in azioni di breve (attuabili entro 3 mesi), e classificate in base alla maggiore velocità di esecuzione, medio (entro 6 mesi) e lungo periodo (oltre 6 mesi), che segnala una serie di possibili interventi normativi in risposta alla crisi idrica.

«Gli investimenti che abbiamo calcolato si dovrebbero combinare e sommare con quelli che il settore delle concessione idroelettriche potrebbe mettere in campo, tra le altre cose, per potenziare e realizzare nuovi invasi, che possono servire sia alla generazione di energia che agli altri usi, potabile e per uso irriguo», osserva Giordano Colarullo, direttore generale di Utilitalia. Il settore idrolettrico potrebbe mobilitare, a fronte di una proroga delle concessioni, mobilitare 15 miliardi in 10 anni, quindi un altro miliardo e mezzo all'anno. «Nel settore delle utility gli investimenti aggiuntivi potrebbero essere sostenuti con gli adeguamenti tariffari – continua Colarullo – . Se si vuole ridurre l'impatto sulle tariffe gli interventi possono essere calibrati con fondi pubblici».

Tra le azioni di breve periodo si punta l'accento sulla necessità di favorire il riuso efficiente delle acque reflue depurate: solo il 4% in Italia a fronte di una potenzialità del 23 per cento. Utilitalia chiede di aggiornare il decreto ministeriale 185/2003 alla luce del regolamento europeo che introduce maggiore flessibilità negli utilizzi in cui può essere impiegata, in particolare per l'uso irriguo, e stoccata l'acqua depurata. «È stata di recente pubblicata una bozza di Dpr che dovrebbe dare corso all'implementazione delle regole – commenta il dg- Se sarà varato entro giugno prevedendo una disciplina abilitante, avremo auspicabilmente la possibilità di portare l'acqua agli standard europei richiesti negli impianti di depurazione e poi utilizzarla. Sarà però fondamentale poter trasportare quell'acqua dove serve per all'agricoltura e dunque realizzare le infrastrutture che servono».

Tra le altre priorità le semplificazioni approvative per spingere la realizzazione si sistemi di pompaggio di acqua dolce nelle falde per contrastare il cuneo salino. Per incentivare i sistemi di dissalazione, Utilitalia chiede inoltre di modificare o abrogare l'articolo 12 della legge 60/2022 (Salvamare) che aumenta i tempi e la complessità degli iter autorizzativi degli impianti. Infine dovrebbe essere dato piena applicazione alla norma del decreto Aiuti bis, nel quale viene indicato il completamento dell'affidamento del servizio idrico integrato dalle amministrazione locali ai gestori industriali in tutto il paese.E ancora: viene sollecitata la semplificazione dei processi approvativi delle infrastrutture, come lunghi tratti di condotte o gli impianti di depurazione. L'indicazione è di assimilare questi interventi a quelli previsti comparto idrico dal Pnrr e quindi incanalarli nel medesimo fast track previsto dal piano.

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