Urbanistica

Napoli, dal Pnrr 100 milioni per il Real Albergo dei Poveri

Dall'area di Bagnoli alla complessa ex Manifattura Tabacchi arrivando sino a Porta Est, si punta alla diversificazione (anche temporanea) delle destinazioni d'uso per intercettare i bisogni

di Paola Pierotti

«Al lavoro per Palazzo Fuga», la scorsa settimana il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha dato notizia via Twitter dell'incontro con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, «per realizzare un protocollo d'intesa che restituisca il Real Albergo dei Poveri alla città di Napoli e ai napoletani. Un progetto di rigenerazione innescato dal contributo di cento milioni del Pnrr – racconta l'assessora all'Urbanistica e vicesindaca della città di Napoli, Laura Lieto –. Si tratta di un edificio di 150mila mq calpestabili».

Fermento rigenerativo
Determinante sarà la relazione con le istituzioni della città, come la Biblioteca nazionale, «magari con funzioni che non si possono ospitare a Palazzo Reale, in termini di biblioteca digitale», prosegue l'assessora; ma anche con la Federico II, come sede di produzione del sapere; e poi ancora con il Museo archeologico (Mann) «che ha importanti depositi e che porterebbe delle collezioni a rotazione». Modelli di riferimento? Si va dalla Tate Modern di Londra a Les Grands Voisins di Parigi, un'ex centrale e un ex ospedale psichiatrico, esempi di riciclo dei luoghi, per allungare il tempo di vita del patrimonio costruito.C'è fermento, sul fronte della rigenerazione urbana, a Napoli. La ricetta è investire su forme di pratiche dal basso, coniugare ancore istituzionali con attività anche temporanee per testare e sperimentare strade possibili. Iniziare per step, ripopolando un edificio abbandonato. Con i primi cento milioni si riuscirà a ristrutturare in modo basico una porzione importante dell'edificio, gran parte del basamento e una quota in elevazione, inclusi gli interventi sui sottoservizi per garantire una prima fruibilità.

Da Bagnoli a Porta Est
A Bagnoli «si sta lavorando all'insegna di una logica incrementale – spiega l'assessora – senza mettere in discussione i fondamentali, bonifiche in primis, favorendo aperture progressive, con lo stesso metodo dell'Albergo dei Poveri, e anche con usi temporanei che mettano alla prova una serie di aree e destinazioni d'uso». Sull'ex Manifattura Tabacchi (160mila mq di superficie), chiusa a metà dicembre, e promossa da Cdp Immobiliare, si punta a avviare la progettazione di dettaglio del complesso che da anni attende un destino. Una lunga storia dove si è passati dall'idea della cittadella della polizia, al mixed use con uffici, studentato e una torre residenziale fino al più recente progetto per Agritech. In pista rimane Mario Cucinella Architects che già nel 2016 si era aggiudicato una gara e che più recentemente ha collaborato con Cdp per la nuova visione, con un masterplan aggiornato. Tra le aree sotto i riflettori quella di Porta Est con l'ex scalo di proprietà di Fs Sistemi Urbani e il Centro Direzionale. «Il consiglio comunale ha approvato una delibera di indirizzo per realizzare il polo-intermodale, integrato con una piastra con funzioni terziarie e una quota di residenziale, compreso l'housing sociale, oltre ad un parco di 50mila mq». La sfida? «Superare la monocultura del terziario direzionale, anche con una strategia di rigenerazione mirata per i 50 ettari di aree libere di proprietà del comune a ridosso di questo sito. Questa – conclude l'assessora – sarà l'area dove si concretizzerà l'idea di Napoli del futuro, della transizione ecologica, legata all'industria 4.0, con residenze innovative, servizi di prossimità e forme di solidarietà energetica».

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