Urbanistica

Alloggi universitari, sbloccato il fondo da 660 miloni

Mattarella: servono politiche abitative, fiscali e sociali per dare futuro ai giovani

di Manuela Perrone e Gianni Trovati

Mentre si allarga la protesta degli studenti in tenda, si è sbloccata la partita sul fondo da 660 milioni istituito dal decreto Aiuti ter (144/2022, articolo 25) per l’acquisizione di nuovi posti letto da destinare, coinvolgendo imprese e operatori privati, ad alloggi universitari, in attuazione della riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1, del Pnrr. L’impasse è stata superata mercoledì, nell’ultimo confronto, decisivo, tra il ministro Raffaele Fitto e la Commissione Ue, necessario perché le risorse non venissero qualificate come «aiuti di Stato». Si apre così l’unica strada che appare percorribile per affrontare davvero l’emergenza abitativa degli studenti fuorisede con strutture pubbliche e graduatorie trasparenti, mentre le altre ipotesi come gli affitti calmierati aprono evidenti incognite di gestione e legittimità.

Ieri quindi il Consiglio dei ministri ha potuto concordare un emendamento governativo al Dl Pubblica amministrazione, ora alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, che cancella dal testo della norma sull’housing universitario l’obbligo di autorizzazione da parte dell’Ue. Palazzo Chigi ha comunicato «l’immediata operatività» delle misure. L’obiettivo è provare a realizzare davvero 52.500 nuovi posti letto entro il 2026, che si aggiungeranno agli 8.581 già attivati per 300 milioni a inizio 2023 (si veda Il Sole 24 Ore del 9 maggio) per trovarsi, tra tre anni, con almeno 60mila posti in più rispetto ai poco più di 40mila attualmente disponibili. Il ministero dell’Università è pronto a procedere con la manifestazione d’interesse. E la ministra Anna Maria Bernini, che presto potrebbe incontrare le associazioni studentesche, ha reso noto di aver chiesto «un censimento degli immobili inutilizzati affinché vengano messi a disposizione degli studenti».

«La coesione sociale del Paese si misura sulla capacità di dare un futuro alle giovani generazioni creando un clima di fiducia», ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione degli Stati generali della natalità riuniti a Roma. «Politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro sono questioni fondamentali per lo sviluppo delle famiglie».

Il richiamo alle politiche abitative è apparso agli studenti come una manifestazione di vicinanza. Esplicita quella espressa dalla Cei, attraverso le parole del vicepresidente, monsignor Francesco Savino: «Condivido questa protesta, mite, civile, che dice agli adulti e specialmente a coloro che hanno responsabilità politiche: vi rendete conto che non ce la facciamo? Il rischio è creare le condizioni di una rivolta sociale». Intanto le tende aumentano, insieme alla polemica politica. Ieri gli universitari hanno “occupato” otto piazze: Milano, Pavia, Padova, Venezia, Bologna, Perugia, Firenze e Roma. Nei prossimi giorni toccheranno altre città, tra cui Trento. Si muove anche il Parlamento, con il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, che annuncia di voler convocare ministri, studenti, enti locali e Regioni.

Insieme all’emendamento sugli alloggi, il Consiglio dei ministri ne ha autorizzato un altro, sempre al decreto Pa, che modifica il nuovo Codice degli appalti (Dlgs 36/2023) eliminando la possibilità per le imprese di autocertificare l’adozione di misure per la parità di genere e dunque accedere alle relative premialità in termini di punteggio assegnate nelle gare. Gli interventi dovranno invece essere comprovati dalla certificazione prevista dall’articolo 46-bis del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna.

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