Urbanistica

Metropolitane, 4,7 miliardi a quattro città ma i sindaci temono il caro materiali

A Roma 1,7 miliardi per la linea C. Il sindaco di Milano Sala: soluzioni per evitare blocco dei cantieri e rilievi della Corte dei conti. Il sindaco di Torino Lo Russo: poteri commissariali sulle opere

di Massimo Frontera

La conferenza unificata ha dato l'intesa allo schema di Dm Infrastrutture-Mef che assegna oltre 4,7 miliardi di euro per investimenti nel trasporto rapido di massa. Si tratta di stanziamenti previsti dalla legge di Bilancio e dal riparto di risorse residue del Fondo investimenti. Il grosso delle risorse è andato a quattro grandi città - Roma, Milano, Napoli e Torino - per 14 interventi di potenziamento delle metropolitane e alcune tramvie. Una piccola quota di risorse va anche alla città di Piacenza. Genova ottiene 418,9 milioni per la realizzazione dello "Skymetro Val Bisagno" e il prolungamento della metropolitana Brin-Canepari (e adeguamento idraulico Rio Maltempo). A Milano vanno 732,2 milioni per il metrò M1 (prolungamento Baggio-Olmi-Valsesia), il metrò M3 (prolungamento San Donato M.-Asta Paullese), il metrò M4 (prolungamento da aeroporto Linate a Segrate) e il nuovo Metrò M6 (ramo Sud). Napoli riceve 794,9 milioni per i collegamenti tra la stazione di alta velocità di Afragola e la rete metropolitana urbana. La quota più consistente delle risorse - 1,785 miliardi - va alla Capitale per la prosecuzione della linea C della metropolitana (sub-tratta Piazza Venezia-Fori Imperiali e tratta T2, lotto costruttivo). «Dopo aver già assegnato agli enti attuatori il 99% delle risorse del Pnrr di nostra competenza, stiamo procedendo rapidamente all'attribuzione delle risorse previste nella legge di Bilancio per il 2022: ad oggi abbiamo ripartito il 41% dei 36,1 miliardi di euro assegnati al Mims", ha spiegato il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini nel corso della conferenza stampa successiva alla conferenza Unificata alla quale hanno partecipato i sindaci di Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino.

INVESTIMENTI NEL TRASPORTO RAPIDO DI MASSA: BENEFICIARI E PROGETTI

La conferenza unificata ha dato l'intesa anche ad altri due schemi di Dm Infrastrutture-Mef. Il primo ripartisce a Regioni, Province e Città metropolitana 1,7 miliardi per interventi sulla rete stradale secondaria. Circa 683,5 miliardi di euro vanno a sette regioni del Nord, circa 401 vanno alle quattro regioni del Centro Italia e, infine, 615 milioni vanno alle otto regioni del Sud Italia. Un terzo schema di Dm Mims-Mef approvato dalla conferenza unificata che ha ottenuto l'intesa dell'Unificata, assegna oltre 1,9 miliardi di euro a 55 amministrazioni comunali per il rinnovo del parco autobus con nuovi mezzi elettrici o a idrogeno, a zero emissioni. «Nell'ultimo anno - ha aggiunto il ministro Giovannini - abbiamo destinato complessivamente 8,7 miliardi di euro al trasporto rapido di massa, 5,9 miliardi alla manutenzione e allo sviluppo delle reti stradali, 2,7 miliardi al rinnovo degli autobus in senso ecologico: si tratta di uno sforzo senza precedenti che ora Regioni, Province e Città metropolitane devono trasformare rapidamente in cantieri e acquisti, usando le nuove procedure semplificate messe a disposizione dal Governo».

INVESTIMENTI NELLE STRADE SECONDARIE: BENEFICIARI E RIPARTO DEI FONDI

Soddisfatti ovviamente i sindaci dei comuni beneficiari delle risorse ottenute dal governo, anche se gli amministratori hanno manifestato pubblicamente i timori di possibili ostacoli alla realizzabilità delle opere entro i tempi e i costi preventivati. «Siamo molto preoccupati - ha esordito il sindaco di Milano Giuseppe Sala -: prima dello scoppio della guerra si ipotizzava che con un 4% di aumento da riconoscere a chi faceva i lavori si poteva andare avanti. Oggi non è così: chi fa i lavori può anche di fatto fermare il cantiere per l'impossibilità sopraggiunta a completare l'opera. I costi sono schizzati e noi siamo preoccupatissimi». «È evidente - ha aggiunto - che dobbiamo rimettere la palla nel campo del governo, che ci deve indicare cosa legittimamente possiamo fase senza incorrere in problemi con la Corte dei Conti». Il primo cittadino di Milano ha posto una seconda questione. Lo stesso timore è condiviso dal sindaco di Torino, Stefano Lo Russo: «Il caro materiali - ha detto - sta già penalizzando i cantieri già appaltati e su cui i lavori sono bloccati, oppure i cantieri che devono ancora partire».

Lo Russo ha segnalato anche il tema dei contenziosi. «Un ricorso al Tar costa 10mila euro per l'impresa che paga l'avvocato», ha premesso il sindaco, aggiungendo che «ci saranno tante gare da 5-6 milioni di euro: se con 10mila euro l'impresa che perde fa ricorso al Tar, questo a me preoccupa quanto il caro-materiali». Su questo Lo Russo ha chiesto al governo una «riflessione legislativa che, stante l'emergenza in corso, possa anche consegnare ai sindaci anche poteri commissariali per alcune opere».

Sull'attuazione degli investimenti c'è poi un altro timore, espresso ancora una volta dal sindaco Sala, ma condiviso anche dagli altri sindaci. «Non c'è investimento che possa essere scaricato a terra senza spese correnti - ha ricordato Sala -. E qui abbiamo un problema grande come una casa: abbiamo una sofferenza economica - e quindi di spese correnti - estrema. Se non si riesce a pompare un po' di spesa lato comuni, è difficile che le opere del Pnrr possano andare avanti».

LE SCHEDE DEGLI INTERVENTI FINANZIATI

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