Amministratori

Comune di Milano in affanno, pochi dividendi e fondi statali

Da controllate e Tpl meno risorse, Palazzo Marino congela 200 milioni

di Sara Monaci

Il bilancio previsionale di Milano fa fatica a chiudere. È un problema che si ripete, dopo la pandemia, anche quest’anno, e a cui adesso va aggiunto il caro energia. Palazzo Marino ovviamente condivide le difficoltà con il resto dei Comuni italiani, con la differenza però che qui sono in crescita maggiore i fabbisogni di servizi sociali per le famiglie in difficoltà e, ora, anche per l’ospitalità dei rifugiati ucraini. Minori entrate ma maggiori uscite, che al momento portano la passività teorica a -200 milioni, ripartita momentaneamente fra i diversi assessorati, a cui sono state prudenzialmente “congelate” risorse. Si va dai 525mila euro della Direzione Casa ai 20,8 milioni della Cultura fino ai 49,7 milioni della Direzione Welfare e salute. Garantite le spese incomprimibili (stipendi, gestione rifiuti, trasporti), il resto in parte fermato. A pesare sulle entrare sono soprattutto i dividendi sempre più ridotti (se non nulli) da parte delle società partecipate, oltre che i ridotti introiti nel tpl.

Le partecipate mediamente, in tempi normali, garantiscono al Comune entrate tra gli 80 e i 100 milioni. Dal 2020 queste quote si sono praticamente annullate. Per esempio mancheranno anche quest’anno i dividendi ordinari della Sea, la holding degli aeroporti di Linate e Malpensa, per circa 40 milioni. Il tpl potrebbe far ancora registrare un 10-20% in meno di entrate, mentre il turismo non è ancora tornato ai livelli del 2019. Riflessione, quest’ultima, che non vale solo per i biglietti del tpl, ma anche per la tassa di soggiorno, che fino al 2019 permetteva di incassare 55 milioni, mentre nel 2020-21 è scesa intorno ai 15-20 milioni. Va detto che i possibili -200 milioni rappresentano comunque una cifra migliore rispetto alle previsioni che venivano fatte nel 2020 e 2021, quando si parlava a inizio anno di un rosso di circa 350 milioni, poi rientrato grazie alle erogazioni statali. Ora qualche inversione di tendenza si comincia a notare, anche se non è ancora superata la crisi. Il bilancio previsionale 2022 è ancora in divenire. Verrà chiuso a fine maggio, quando, si augurano i vertici di Palazzo Marino, arriveranno da Roma maggiori garanzie.

Ieri il dibattito in consiglio comunale, a cui hanno partecipato i deputati lombardi, ha messo in luce le difficoltà. Si è partiti dai consuntivi degli anni precedenti per riflettere sul trend. Cifre più precise verranno portate in giunta dall’assessore al Bilacio Emmanuel Conte la prossima settimana. Per ora lui stesso ha parlato di «un sentiere stretto, in cui si deve tenere in equilibrio i servizi da erogare e i principi contabili».

C’è un altro numero molto rilevante: nei due anni passati, 2020 e 2021, il governo ha mandato a Milano rispettivamente 478 milioni e 467 milioni, a fronte dell’emergenza sanitaria e della crisi economica. Quest’anno la cifra prevista è di 3-4 milioni. «Come se nel 2022 i problemi fossero risolti», commenta il sindaco Giuseppe Sala, che sottolinea anche come «Milano abbia una situazione più delicata rispetto ad altre città. Qui c’è un paradosso perché le città più virtuose che generavano entrate extra tributarie ora pagano un pegno maggiore e sono in difficoltà».

Sala ha parlato inoltre del meccanismo perequativo che alimenta il fondo di solidarietà tra i Comuni italiani, ridistribuendo le somme dell’Imu, in modo che alcuni Comuni non vengano penalizzati. «Con questo meccanismo - ha spiegato - da molti anni Milano registra una penalizzazione rilevante, nella misura di 130 milioni». Per questo ha chiosato ieri con un messaggio forte: «Non mi fido di un governo che non ascolta le città». L’assessore Conte ha ricordato i numeri di Milano: «Prima della pandemia il Pil era il doppio rispetto a quello nazionale. Nell’emergenza non ci siamo tirati indietro e solo nel 2021 abbiamo finanziato interventi ani-crisi per 70 milioni, a favore di famiglie e imprese, di cui 40 derivanti da un fondo proprio». Unica nota positiva; i 145 milioni di avanzo gestionale dello scorso anno possono essere utilizzati con il prossimo assestamento di luglio.

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