Fisco e contabilità

Armonizzazione contabile, la matrice di correlazione tra contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale diventa facoltativa

Enti liberi di organizzare la rilevazione del fatti economico-patrimoniali con gli strumenti più opportuni

di Daniela Ghiandoni ed Elena Masini

L'illusione di poter semplificare la materiale redazione della contabilità economica negli enti locali soggetti a questo obbligo tramite l'utilizzo di una matrice di correlazione svanirà con l'approvazione definitiva dell'ultimo decreto ministeriale di modifica dei Principi contabili allegati al Dlgs 118/2011, il cui schema è stato approvato dalla Commissione Arconet nella seduta del 14 luglio 2021.

La norma, in realtà, ha finalmente previsto ciò che la sperimentazione contabile aveva ampiamente dimostrato e cioè che una semplice matrice non potesse generare, di per sé, una corretta contabilità economica, partendo dalle operazioni registrate in contabilità finanziaria. Il suo utilizzo verrà pertanto reso esplicitamente facoltativo, lasciando gli enti liberi di organizzare la rilevazione del fatti economico-patrimoniali con gli strumenti che ritengono più opportuni.

La soluzione adottata dalla bozza di decreto è più che condivisibile, anche perché nella regola di utilizzo della matrice mancava l'elemento essenziale tipico di un'attività di correlazione, in quanto i rapporti «causa/effetto» di ogni registrazione contabile non erano perfettamente coincidenti con i principi contabili di entrambe le contabilità (finanziaria ed economica).

La matrice, in realtà era già uno strumento facoltativo, introdotto per favorire l'applicazione del Piano dei conti integrato, ma non era mai stata approvata per espressa norma di legge e l'unico riferimento normativo associabile ad essa era rappresentato dal Dpr 132/2013.

ll piano dei conti integrato, introdotto nell'ordinamento contabile nazionale dall'articolo 2 della legge 196/2009 e rinvenibile sul sito della RgS, è stato oggetto, infatti, di uno specifico regolamento, il Dpr 132/2013, che delineava il sistema di classificazione a cui devono riferirsi tutte le amministrazioni in contabilità finanziaria e a cui fanno specifico rimando anche le normative sottostanti la riforma degli enti territoriali (articoli 4 e 6 del Dlgs 118/2011), non territoriali (articolo 4 del Dlgs 91/2011) e delle amministrazioni centrali dello Stato (Dpr 140/2018).

Questo sistema di classificazione era ritenuto in linea con il Sistema dei conti europeo (Sec 1995 e suoi successivi aggiornamenti), che è alla base della riforma contabile europea e della Direttiva n. 85/2011/Ee.

Se la facoltà di utilizzare la matrice di correlazione rappresenta un miglioramento dei saldi finali della contabilità economica, in quanto le operazioni saranno analizzate dal punto di vista della stretta applicazione degli standard aziendalistici, ciò rappresenta comunque un appesantimento del lavoro degli uffici finanziari, i quali, in sede di chiusura, oltre a dover registrare le tipiche operazioni di assestamento, integrazione e rettifica previste dal codice civile, dovranno anche registrare eventuali operazioni «di allineamento» dei conti economico-patrimoniali partendo comunque dalle rilevazioni finanziarie già effettuate, con la metodologia "accrual".

Tutto ciò in attesa che vengano definiti gli attesi European Public Sector Accounting Standard (Epsas), per i quali stanno lavorando già da tempo esperti contabili internazionali, la cui sperimentazione coinvolgerà anche le riforme previste dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, da poco approvato dalla Commissione europea.

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