Urbanistica

Rinnovabili frenate dai troppi poteri delle Sovrintendenze

Il paper Astrid sulla transizione energetica: serve un nuovo pacchetto di semplificazioni

di Giorgio Santilli

Serve un nuovo pacchetto di semplificazioni, soprattutto nell'ambito dei poteri del Ministero dei Beni culturali e delle Sovrintendenze, per raggiungere gli obiettivi molto ambiziosi della transizione energetica, in particolare quello di realizzare nuovi impianti per rinnovabili da 70 gigawatt di potenza in un periodo accorciato di sei anni, come ha detto recentemente il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Le semplificazioni varate finora, per quanto importanti e comunque da sottoporre a verifica di risultato e di efficacia, non bastano. È quanto sostiene un paper Astrid scritto dal presidente del think tank, Franco Bassanini, e da Silvia Paparo, ex dirigente della Funzione pubblica che è stata il motore di tutte le grandi riforme di semplificazione degli ultimi trenta anni. Il paper apprezza le forti accelerazioni portate dalla nuova procedura di valutazione di impatto ambientale Pnrr-Pniec e dalla commissione guidata da Massimiliano Atelli, ma evidenzia forti criticità che restano da affrontare.

Lo stesso ricorso alle delibere del Consiglio dei ministri per sbloccare ben 47 progetti bocciati dal Mic viene considerato il sintomo di una patologia più che di una soluzione, perché l'intervento del Cdm dovrebbe essere straordinario. Inoltre, «solo una piccola percentuale dei progetti necessari è stata sbloccata» e la potenza autorizzata è ancora al di sotto delle necessità definite dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec), senza contare l'adeguamento in corso ai nuovi obiettivi previsti dal Green Deal europeo (2019/640), dalla legge sul clima del luglio 2021 (Regolamento 2018/1999) e dal nuovo pacchetto "Fit for 55". «Basterebbe anche una sola delle ragioni che ci spingono a fare presto su questi progetti: servono a ridurre i prezzi dell'energia; favoriscono la transizione ambientale ed energetica; rafforzano l'indipendenza strategica; danno sostegno al Pil e all'economia.

Nonostante questo continuano ancora prevalere i poteri di veto: un tema che ha bisogno di trovare una soluzione».Astrid individua aree critiche e soluzioni con cui è urgente intervenire. La prima è il rafforzamento delle strutture Via Pnrr-Pniec: il decreto legge Aiuti quater «ha opportunamente disposto l'innalzamento del numero dei componenti della commissione da quaranta a settanta, ma è analogamente necessario rafforzare le dotazioni di personale delle strutture serventi addette alla istruttoria delle sue decisione e delle altre amministrazioni coinvolte nell'attività di valutazione dei progetti». La seconda criticità parte da un dato poco noto. «Oltre il 50% dei progetti valutati positivamente dalla commissione Via Pnrr-Pniec - scrive Astrid - non ha superato neppure il primo degli ostacoli frapposti dal Ministero della Cultura». Il provvedimento di Via, al termine dei lavori della commissione, deve essere adottato dal direttore generale dell'Ambiente in concerto con il direttore generale del Ministero della Cultura. Ebbene, «quest'ultimo sembra ritenere che il suo concerto non sia in alcun modo vincolato dalle conclusioni della commissione Via Pnrr-Pniec ai cui lavori il rappresentante della sua amministrazione ha pur partecipato».

Inoltre, seppure fosse concesso il concerto del Mic, si dovrebbe comunque superare ancora «la barriera rappresentata dagli atti di assenso dei Sovrintendenti nell'ambito dei procedimenti autorizzatori, che restano distinti e separati da quelli espressi dai rappresentanti del Mic in seno alla commissione Via e da quello espresso dal direttore generale Mic». Dunque sono tre i momenti in cui il Mic interviene sullo stesso progetto. E nel caso del parere del Sovrintendente, l'ambito di intervento è stato addirittura esteso con l'attribuzione del parere «non vincolante ancorché obbligatorio al procedimento anche in relazione ai progetti aventi ad oggetto impianti alimentati da fonti rinnovabili localizzati nelle aree contermini ai beni sottoposti a tutela ai sensi del codice dei beni culturali». Astrid propone di limitare la facoltà di proporre opposizione solo ai progetti insistenti su beni o aree vincolate e, per quello che riguarda la prima criticità, scegliere una delle tre proposte che razionalizzi l'intervento del Mic: coordinare il provvedimento di Via con l'autorizzazione unica per le energie rinnovabili in un procedimento unico che deve concludersi entro novanta giorni dalla conclusione della conferenza di servizi; ricomprendere nel concerto del direttore del Mic anche l'autorizzazione paesaggistica; rafforzare la presenza dei rappresentanti Mic nella commissione Via ed eliminare il concerto del direttore Mic o vincolarlo alle conclusioni della commissione.

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