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Asili nido, a Bari e Napoli più fondi - Il 36% dove vivranno meno bimbi

Ammessi progetti per 2,24 miliardi: più di metà delle risorse a Comuni del Sud, il 15% a territori dove la copertura già supera il 33%. Oltre un terzo dove il calo demografico supererà il 10% entro il 2031

di Marta Casadei e Michela Finizio

È forse il capitolo più “famoso” del Pnrr, quello degli asili nido. In un paese che lotta per favorire l’occupazione femminile e invertire la rotta del declino demografico, costruire (o ristrutturare) spazi per la prima infanzia rappresenta un nodo cruciale.

L’analisi delle graduatorie

Per questo motivo Il Sole 24 Ore ha preso in esame l’esito del bando da 2,4 miliardi per la costruzione di nuovi posti: dall’analisi delle graduatorie definitive pubblicate il 29 dicembre 2022, dopo lo scioglimento delle riserve, emerge la distribuzione territoriale dei 1.876 progetti ammessi, il rapporto delle risorse stanziate con l’attuale indice di copertura degli asili nido esistenti e l’impatto di questi progetti nei territori dove pesa di più l’inverno demografico.

Il bando, riaperto in corsa per dare più tempo ai Comuni del Mezzogiorno di partecipare (alla prima scadenza erano stati presentati progetti per soli 1,2 miliardi) si è chiuso il 31 maggio 2022. Le graduatorie prese in esame contengono progetti di ampliamento, riconversione, demolizione e ricostruzione o nuova costruzione di edifici scolastici con la creazione di nuovi posti per gli asili nido. Sono inclusi i poli dell’infanzia, che prevedono anche servizi per la fascia di età 3-6 anni, ma sono esclusi i fondi assegnati (600 milioni) per le scuole per l’infanzia.

La mappa dei fondi stanziati

Risultano ammessi progetti per 2,24 miliardi di euro, il 51,4% in Comuni del Mezzogiorno, il 31,1% del Nord e il 17,5% del Centro. In termini assoluti sono gli enti locali nelle province di Bari, Napoli, Cosenza e Salerno a incassare di più, aggiudicandosi il 14,3% delle risorse. A Bari andranno più di 84 milioni di euro che saranno spesi in 38 progetti per un totale di 3.233 euro per ogni bambino sotto i tre anni residente sul territorio. Nella sola città capoluogo i fondi porteranno a un raddoppio delle strutture comunali: «Attualmente ci sono undici asili nido - spiega l’assessora all’Istruzione, Paola Romano - e ne realizzeremo altrettanti: di questi, nove saranno costruiti con i fondi del Pnrr. A Bari c’è tantissima richiesta di posti al nido».

Di contro, tra le province che riceveranno meno fondi ci sono Gorizia e Prato, con meno di 700mila euro assegnate ciascuna, che equivalgono rispettivamente a 245 e 132 euro per ogni bambino residente. In entrambe queste due province l’indice di copertura degli asili nido (posti disponibili ogni 100 bambini sotto i 3 anni, inclusi quelli in strutture private) è poco sotto (Gorizia) o addirittura sopra (Prato) al 33%, il target che la legge di Bilancio 2022 ha introdotto come Lep (livello essenziale di prestazione) da raggiungere entro il 2027.

Nel complesso il 15% dei finanziamenti ammessi andrà a territori con un indice di copertura che, in media, già supera il 33%; solo il 22,9% delle risorse, invece, andrà dove l’indice risulta inferiore a dieci posti disponibili ogni cento bambini. Qui sarebbe necessario investire di più per raggiungere almeno la media nazionale del 22,7 per cento.

Ci sono però obiettivi più ambiziosi cui aspirare: «Se venissero utilizzati i fondi del Pnrr per intero si potrebbe raggiungere circa il 40% di copertura rispetto alla popolazione sotto i tre anni, avvicinandoci quindi notevolmente all’obiettivo del 45% entro il 2030 raccomandato dal Consiglio europeo», spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. L’associazione si augura che «siano riusciti ad accedere ai fondi anche Comuni di piccole o piccolissime dimensioni dove, seppur in presenza di un tasso di natalità e di giovani famiglie sicuramente più basso, la costruzione o ristrutturazione di asili nido sarebbe un importante freno contro lo spopolamento».

Quella degli asili nido, infatti, è una vera e propria sfida contro il declino demografico: dall’analisi delle graduatorie dei progetti ammessi ai finanziamenti del Pnrr si evince che il 36% delle risorse assegnate punta a sostenere progetti in territori dove le previsioni demografiche Istat stimano un calo della popolazione 0-4 anni superiore al 10 per cento.

L’incognita, però, è se questa rivoluzione sarà possibile in così pochi anni. Basta fare l’esempio del Molise per rendersi conto della portata della sfida, dove andranno circa 45,9 milioni di euro (il 2,5% delle risorse) per la realizzazione di 42 progetti. Sul territorio oggi si contano 5.274 bambini residenti sotto i tre anni e 490 posti disponibili negli asili nido, con un indice di copertura che a Campobasso è del 10,3% e a Isernia arriva appena al 6,8. Queste province, più di altre, da anni soffrono il calo della popolazione residente e a Isernia si registra il basso tasso di natalità del Paese. In pratica, rapportando i fondi stanziati con la platea potenzialmente interessata, qui arriveranno circa 9.100 euro a bambino. Un record se confrontato con gli importi assegnati rispetto all’utenza in altri territori: in Puglia arriveranno in media 3.995 euro per bambino, in Campania 2.742. Il tutto a fronte di previsioni demografiche che in Molise stimano un ulteriore calo della popolazione in età infantile, tra il 14 e il 16 per cento entro il 2031.

La difficile attuazione

Dall’assegnazione dei fondi alla messa a terra dei progetti da parte dei Comuni, la sfida degli asili nido racchiude in sè il racconto più emblematico delle opportunità - e delle difficoltà - incontrate dal Pnrr lungo il suo percorso di attuazione. Nei prossimi mesi spetterà ai Comuni dare vita a questi progetti, ma i tempi sono stretti e - come già segnalato dalla Corte dei Conti - il rischio di ritardi è concreto. Intanto, il Milleproroghe ha posticipato al 31 maggio 2023 (in precedenza 31 marzo) il termine massimo per l’aggiudicazione degli interventi.

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