Personale

Assunzione all’orizzonte per 19mila prof di sostegno

Le ultime bozze del Dl Pa confermano il piano per 56mila neoassunti

All’orizzonte per gli insegnanti non c’è solo lo snellimento di tempi e procedure ma anche un nuovo piano di assunzioni volto a riempire quante più cattedre vuote a settembre. A prevederlo è il decreto Pa atteso ad horas in Gazzetta Ufficiale.

Le ultime bozze del provvedimento confermano quanto anticipato sul Sole 24 Ore di lunedì 17 aprile. L’obiettivo del ministro Giuseppe Valditara è assegnare 56mila posti vacanti. Di questi, circa 19mila riguardano il sostegno (a fronte dei 2mila, 12mila e 16mila degli ultimi tre anni, ndr) per i quali, grazie a una norma ad hoc, solo per l’anno scolastico 2023/24, si pescherebbe dagli abilitati delle graduatorie provinciali (Gps) di prima fascia (o negli appositi elenchi aggiuntivi per coloro che si specializzano entro il 30 giugno). La soluzione prescelta è un contratto a tempo determinato nella provincia in cui l’insegnante risulta in graduatoria, valido anche ai fini del percorso annuale di formazione e prova. In caso di superamento scatta l’immissione in ruolo. Il comitato di valutazione è integrato con un membro esterno individuato dall’Ufficio scolastico regionale (Usr) e il test orale che deve essere svolto dal prof prevede anche una lezione simulata. Per quanto riguarda le restanti cattedre si utilizzerebbero le graduatorie degli idonei delle precedenti selezioni ancora in vigore.

Questo piano straordinario si affianca ai 70mila ingressi di insegnanti già previsti dal Pnrr e sui quali è in corso una trattativa con Bruxelles. L’idea di viale Trastevere è di iniziare a bandire i concorsi, partendo dalla fase transitoria prevista dal Dl 36 del 2022. Entro giugno si dovrebbe partire con una selezione da 30-35mila cattedre riservata a precari con tre anni di servizio o 24 Cfu. Se a questi sommiamo i 10-15mila posti dell’ultimo concorso a infanzia e primaria - è la linea del ministro dell’Istruzione - dei 70mila nuovi ingressi citati dal Pnrr ne resterebbero da trovare solo 25-30mila. Da qui l’idea di assegnarli nel 2024 con un concorso aperto agli abilitati secondo la nuova procedura di abilitazione che prevede laurea + 60 Cfu, designata dal precedente governo con l’obiettivo di iniziare a far entrare i neo-laureati in cattedra (oggi l’età media del corpo docente sfiora i 51 anni). Ma per realizzarlo occorre varare il Dpcm attuativo sull’abilitazione che doveva arrivare a luglio 2022 ma non ha ancora superato il ping-pong tra Istruzione e Università.

La stessa bozza conferma la ciambella di salvataggio lanciata agli 11mila prof abilitati all’estero (l’85% dei quali sul sostegno). Finiranno in coda alla prima fascia delle Gps con elenco aggiuntivo. Per quest’anno avranno una supplenza. Ma in caso di riconoscimento del titolo (probabilmente affidato a un ente esterno, il Cimea) l’anno prossimo potranno aspirare a altro contratto a tempo determinato più conferma in ruolo finale.

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